Trapani si piazza al terzo posto tra le province siciliane nella classifica, stilata dalla Regione, sulla raccolta differenziata dei rifiuti con il 55,3 per cento. Al primo posto c’è Ragusa con una media, in questi primi mesi di quest’anno, del 58,1 per cento, seguita dall’Ennese al 55,5 per cento.
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Più in generale la situazione nell’Isola migliora rispetto al passato con una percentuale media raggiunta del 39,05 con il picco di aprile quando ha toccato quota 39,5 per cento.
I dati sono stati raccolti dal Dipartimento regionale Acqua e Rifiuti sulla base delle comunicazioni periodiche dei Comuni.
Il governo Musumeci ha così ottenuto un aumento di 17 punti percentuali in un anno e mezzo di lavoro grazie all’azione di pressing sugli enti locali ma anche trovando disponibilità e collaborazione. E tutto questo nonostante sequestri, guasti e problemi finanziari abbiano bloccato il funzionamento di diversi impianti che trattano l’umido, la parte più consistente della differenziata.
Un Comune su tre ha già raggiunto la soglia richiesta dall’Europa del 65 per cento, mentre sono circa una quarantina gli enti locali a ridosso dell’obiettivo richiesto. C’è poi un’ampia fetta di Comuni con trend in crescita e raccolta differenziata sopra il 50 per cento: in pratica, nel complesso, la metà delle amministrazioni locali siciliane è promossa a pieni voti.
“Constatare che, in poco più di un anno e mezzo, abbiamo quasi raddoppiato lo scarsissimo dato del 20 per cento trovato al nostro insediamento – commenta il presidente Nello Musumeci – è la conferma che il percorso avviato dal mio governo, con la collaborazione di amministratori locali e cittadini, è quello giusto”.
La Sicilia è, però, ancora ben lontana dal minimo del 65 per cento stabilito dalla legge ma, prosegue il presidente della Regione, “sono fiducioso che continuando così, con questo ritmo, entro qualche anno non avremo più nulla da invidiare alle altre Regioni italiane. Per riuscirci, però, serve lo sforzo congiunto di tutti”.
Gli uffici di viale Campania a Palermo spiegano che i dati sono ritenuti attendibili e che lo scostamento, anche in passato, è stato di pochi decimali. L’obiettivo del 35 per cento che il governo Musumeci si era imposto nella sua tabella di marcia è ampiamente superato.
L’assessore regionale all’Energia e Servizi di pubblica utilità, Alberto Pierobon, spiega che il percorso intrapreso è ormai chiaro e nei prossimi mesi la situazione dovrebbe normalizzarsi. “La raccolta differenziata è in continua crescita – afferma – e stiamo accompagnando Comuni e ambiti territoriali nella definizione dell’impiantistica. Scontiamo ancora crisi locali dovute a guasti e inceppi ma contiamo, il prossimo anno, di trovarci di fronte a un quadro che dovrebbe consentire di far fronte a ogni tipo di problema”.
Tornando alla classifica, Contessa Entellina è il Comune con il risultato migliore nel 2019: la piccola località del Palermitano è riuscita a ottenere una media del 92,7 per cento. Seguono Longi (Messina) al 90,5 per cento; Calamonaci (Agrigento) all’89 per cento; San Cipirrello (Palermo) all’87,8 per cento; Rometta (Messina) con l’86,7 per cento; Mazzarrone (Catania) 84,5 per cento; Villalba (Caltanissetta) 83,9 per cento; Villafranca Sicula (Agrigento) 83,5 per cento; Montedoro (Caltanissetta) 83,3 per cento; Misilmeri 83,2 per cento. Nessun Comune del Trapanese, quindi, tra quelli nella parte alta della classifica.
Tra le città capoluogo, invece, spicca Agrigento con il 65,6 per cento di differenziata.
Per quanto riguarda la situazione degli impianti di compostaggio dell’organico, secondo il governo regionale “le strutture esistenti riescono a fronteggiare ampiamente il fabbisogno di circa 400 mila tonnellate l’anno di materiale da trattare ma restano alcune criticità su cui si lavora senza sosta”.
Sono quattordici gli impianti di trattamento della frazione umida, otto privati e sei pubblici. A seguito di irregolarità accertate a vario titolo da Noe, Arpa, Asp ed ex Province, o di provvedimento giudiziario, ci sono due impianti fermi da mesi: Sicilfert a Marsala e Giglione, nell’Agrigentino, e altri a ritmo ridotto o che si sono fermati per manutenzione (Raco a Catania e Ofelia nel Catanese).
La piattaforma della Raco ha riaperto lo scorso 10 agosto e, progressivamente -dicono dalla Regione – tornerà a regime nel giro di una settimana. Situazione ancora in divenire quella dell’impianto Sicilfert, in attesa dell’Autorizzazione Integrata Ambientale e oggi con una attività limitata da alcune prescrizioni dell’Arpa.
Il governo Musumeci ha dato input di finanziare e avviare la realizzazione, in via sostitutiva delle Srr inadempienti, di quattro nuovi impianti di trattamento dell’umido che sono in avanzata fase di progettazione, tra questi c’è quello di Calatafimi-Segesta. Sempre nel Trapanese è in corso anche il tentativo di recuperare somme per riavviare il Polo di Castelvetrano, chiuso a causa del fallimento dell’Ato e prossimo a essere rilevato dai Comuni.
La giunta regionale, negli ultimi mesi, ha deliberato oltre 160 milioni di euro per destinarli alla realizzazione di nuovi impianti pubblici, in particolare nella Sicilia orientale che ne risulta maggiormente sfornita.