Confermato dalla Corte di Cassazione l’annullamento dell’obbligo di dimora disposto nei confronti dell’ex senatore Antonio D’Alì.
Il provvedimento riguarda la misura di prevenzione, chiesta nel 2017 dalla Dda di Palermo e disposta nel 2019 dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani. Successivamente la misura fu annullata dalla Corte d’Appello di Palermo su ricorso dei legali del politico trapanese.
La richiesta avanzata dalla Dda raggiunse D’Alì durante la campagna elettorale a sindaco di Trapani mettendolo, di fatto, fuori gioco.
In seguito all’annullamento, la Procura generale di Palermo aveva presentato ricorso, chiedendo che l’ex senatore fosse nuovamente dichiarato socialmente pericoloso. La sesta sezione penale della corte di Cassazione (presidente Anna Criscuolo, giudice relatore Gaetano De Amicis) ha, invece, dichiarato inammissibile il ricorso.
L’ex sottosegretario all’Interno, dal 2011, è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Attualmente è in corso il processo d’appello bis a Palermo, dopo l’annullamento della Cassazione del precedente giudizio di assoluzione e prescrizione per i fatti relativi a prima del 1994.
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