“Sono convinto che la morte di Attilio Manca non sia avvenuta, come sostiene la procura di Viterbo, per suicidio o cause accidentali, ma che sia stato ucciso per coprire la latitanza di Bernardo Provenzano e la sua cintura di protezione, legate alla trattativa Stato-mafia”. Così Antonio Ingroia, avvocato della famiglia Manca, ha chiesto oggi al procuratore distrettuale antimafia di Roma Giuseppe Pignatone l’apertura formale di un fascicolo, manifestando il suo disappunto sull’operato della Procura di Viterbo.