Infortuni e morti sul lavoro, i dati nella provincia di Trapani

Gli infortuni sul lavoro denunciati nei primi otto mesi del 2019, nella provincia di Trapani, sono stati 1.488 segnando una riduzione dell’1,2 per cento rispetto al 2018 quando erano stati pari a 1.506. Gli incidenti mortali sul lavoro denunciati sono stati quattro, uno in meno rispetto allo scorso anno, quando a perdere la vita sul posto di lavoro erano state cinque persone.

Questi i dati, fonte Inail, resi noti lo scorso 13 ottobre, in occasione della “Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro”, organizzata dalla sezione trapanese dell’ANMIL- Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro, per ricordare chi ha perso la vita o la salute sul posto di lavoro, ma anche per riflettere su questi argomenti.

“Senza dubbio – ha detto il presidente Gioacchino Adamo – dobbiamo fare di più per aumentare e migliorare controlli e sanzioni, ma a monte, in attesa che questo auspicabile obiettivo possa realizzarsi, dobbiamo lavorare a fondo sulle coscienze e sulla cultura della sicurezza, attraverso azioni immediate che potrebbero essere coordinate dall’INAIL, in qualità di garante della salute e sicurezza dei lavoratori”.

Il tema degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, in Italia, è ancora centrale
sul piano economico e sociale, non solo per l’ampiezza del fenomeno dal punto di vista numerico, ma soprattutto per il valore che la società e l’ordinamento attribuiscono al lavoro, quale fattore di crescita della società stessa e del singolo.

“Dobbiamo fare di più – ha affermato Gioacchino Adamo, presidente di ANMIL Trapani – sul fronte della tutela delle vittime di infortuni e malattie professionali. Non possiamo dimenticare che attualmente la relativa disciplina è contenuta in un Testo Unico emanato nel 1965, che ha riordinato normative anche più datate. In quegli anni la società e il mondo del lavoro erano ben diversi da quelli odierni, con la conseguenza che oggi dobbiamo fare i conti con istituti obsoleti e con una tutela che non può più rispondere alle reali esigenze degli infortunati e delle loro famiglie. Per questo l’ANMIL ritiene sia giunto il momento per una generale riforma dell’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali, che sappia rendere la tutela più aderente al mondo di oggi, guardando al futuro.

“La sensibilizzazione dovrebbe essere rivolta direttamente alle aziende – conclude Adamo – attraverso un piano straordinario che preveda anche il coinvolgimento di volontari in qualità di consulenti, che possano fornire un aiuto vero, partecipato e di impatto, che vada oltre l’assolvimento delle norme e la regolarità burocratica”.

Redazione

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