In merito all’incendio di montagna Grande dello scorso 31 luglio e primo agosto, il Comune di Trapani intende costituirsi parte offesa in un eventuale procedimento penale. L’Ente ha depositato presso la Procura di Trapani la delibera di Giunta dello scorso 22 ottobre, con la quale dichiara la propria intenzione e interesse al procedimento.
L’esposto inviato dal Comune mette a disposizione degli inquirenti una serie informazioni e dettagli. In primo luogo – si legge in un comunicato stampa – l’Amministrazione ritiene possa essere utile accertare il punto di innesco del fuoco, che sembra abbia avuto inizio nella zona della discarica di contrada Agnone, così come ubicata nelle planimetrie del Piano regolatore, situata a nord del bosco e su una proprietà privata; accertamento che potrebbe facilitare l’analisi delle relative celle telefoniche, al fine di tentare di individuare l’autore dell’incendio.
In secondo luogo, si ritiene possa essere rilevante accertare lo stato in cui si trovava “viale tagliafuoco”, che è stato attraversato dall’incendio fino a determinare la devastazione che si è verificata. “In particolare – dichiara il sindaco Giacomo Tranchida – poiché l’incendio si è propagato anche da tale punto, è probabile che lo stesso non fosse tenuto in conformità alle regole tecniche e normative, sicché probabilmente presentava sterpaglie e vegetazione che hanno impedito che assolvesse al compito di fermare il propagarsi del fuoco? Con la conseguenza che, laddove il viale tagliafuoco fosse stato tenuto a regola d’arte, l’incendio di cui si tratta con alta probabilità si sarebbe ivi fermato”.
Inoltre, continua il primo cittadino, “l’Amministrazione non si spiega come mai da anni siano inutilizzati il ‘vascone’ e l’asta antincendio, progettate e realizzate nel tempo e per tale scopo. Tali circostanze si ritiene – continua – necessario vengano approfondite dall’Autorità giudiziaria, poiché si reputa che, laddove i suddetti sistemi di prevenzione (viale tagliafuoco, vasconi per accumulo di acqua e aste antincendio) avessero regolarmente operato, l’incendio in parola non avrebbe determinato l’ingente danno che ha di fatto provocato, rimanendo al contrario confinato ad una porzione molto più ridotta dell’area boschiva. Ne è prova il fatto che da decenni tale area era rimasta indenne da incendi, proprio perché la gestione dell’area ha sempre mantenuto attivi i sistemi di prevenzione”.
“Dubbi anche su chi aveva l’incarico di vigilare sull’area – aggiunge Tranchida – una responsabilità di natura colposa, per non avere messo in atto i doverosi comportamenti di diligenza, prudenza e cautela, utili ad impedire l’evento, che ha provocato una compromissione o un deterioramento significativi sulla biodiversità, anche agraria, della flora o della sua fauna. Ed infine un dubbio anche sui tempi e le modalità di intervento del complessivo sistema anti incendio se si siano realizzati con la dovuta diligenza e tempestività, tale da limitare il più possibile il fenomeno incendiario”.
“Siamo sicuri che gli inquirenti – affermano il sindaco e l’assessore Giuseppe Pellegrino – stiano approfondendo le indagini per arrivare ai colpevoli di questa grave sciagura ambientale. I cittadini trapanesi e quanti hanno a cuore la salvaguardia del nostro territorio, non potrebbero accettare un’archiviazione del caso. La nostra personale esperienza di pubblici amministratori oltre a quella professionale (…dr Pellegrino) portano ad escludere la casualità naturale. Gli elementi forniti da questa Amministrazione alla Procura della Repubblica vanno approfonditi e chiariti”.