“Non c’è ancora un sistema organizzato ma in Sicilia, da anni, è boom di porti turistici. Uno dopo l’altro, in località finora simbolo delle flotte di pescherecci, sono iniziati ad arrivare yacht, super yacht di lusso e piccole compagnie di navigazione. Mentre autostrade e ponti continuano a restare il simbolo di una mobilità in crisi, la Regione da anni alimenta lo sviluppo di un potenziamento delle numerose strutture espressamente dedicate al diporto”.
Così scrive il giornalista Marco Bova sul blog di #nomarineresort, il comitato nato a San Vito Lo Capo contro la realizzazione di un porto turistico che rischia di cementificare in maniera massiccia uno degli tratti di costa più belli del Trapanese.
“Cosa succede dalle nostre parti? – scrive ancora Bova – In pratica è nato un piccolo distretto che unisce Trapani e Palermo. Al netto delle velleità turistiche dei singoli comuni, l’idea ruota attorno all’aeroporto palermitano di Punta Raisi. La Gesap (società che gestisce lo scalo aeroportuale di Palermo) da anni pensa a un sistema che consenta ai turisti di raggiungere facilmente la città così come le isole Egadi o San Vito lo Capo. Su queste rotte sta sorgendo una piccola rete di porti turistici che potrebbe portare a una trasformazione dei flussi turistici. Alcuni di questi – così come a San Vito lo Capo – sono ancora in fase di analisi, altri sono stati già realizzati con iter lunghi e a volte travagliati. Una sorta di risiko dei porti, con nomi e cifre, che si sviluppa per l’intera costa meridionale, partendo da Balestrate e passando da San Vito lo Capo e Favignana, per finire a Castelvetrano”.
Il nostro direttore Nicola Conforti lo ha sentito al telefono su questo tema che promette sviluppi interessanti.
Per ascoltare l’intervista a Marco Bova schiaccia PLAY