“Abbiamo avuto ragione: hanno cercato di monopolizzare e di lucrare sulla varietà di grano Senatore Cappelli, patrimonio del nostro Sud – dichiara l’europarlamentare Ignazio Corrao del Movimento 5 Stelle – . Adesso chi ha sbagliato paghi e soprattutto si restituisca il Senatore Cappelli ai piccoli produttori dopo anni di abusi”.
“L’Autorità antitrust – riferisce l’europarlamentare – ha accertato le pratiche sleali, sfruttamento di una posizione di forza, il diniego ingiustificato della fornitura delle sementi a coltivatori non aderenti ad una nota associazione di categoria molti dei quali, pur appartenendo ad altre altrettanto autorevoli associazioni di categoria, si sono visti imporre ingiustificati aumenti di prezzo pari al 60 per cento”. “Ciò avveniva – prosegue Corrao – in seguito all’accordo esclusivo sottoscritto tra l’azienda italiana CREA e la SIS – Società Italiana Sementi, una delle principali imprese sementiere italiane. L’accordo autorizzava la società sementiera a gestire la riproduzione del seme Cappelli bio per 15 anni, realizzando di fatto una pratica commerciale sleale”.
Il deputato europeo del M5S ha portato la vicenda all’attenzione delle Istituzioni europee, prima con una interrogazione alla Commissione UE e poi fornendo tutta la documentazione all’Autorità Antitrust che oggi si è espressa. “E’ un fatto storico – commenta – che l’Autorità Antitrust abbia mostrato inequivocabilmente il tentativo di una società privata di accaparrarsi abusivamente di un patrimonio agricolo appartenente tutti noi, ma soprattutto di farne profitto a danno dei coltivatori di grano Cappelli”.
Pur essendo in attesa di una decisione finale da parte dell’Autorità Antitrust, secondo Corrao la ministra delle politiche agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova può “togliere dalle mani” il grano Cappelli dalle mani di SIS “per restituirlo a quei piccoli produttori che fino ad oggi sono stati danneggiati”.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato aveva aperto un’istruttoria nei confronti di SIS per verificare un presunto abuso della sua maggior forza commerciale nei confronti delle imprese agricole interessate a produrre grano della varietà “Senatore Cappelli”. In concomitanza con l’avvio dell’istruttoria, sedi di SIS erano state ispezionate dai funzionari dell’Antitrust, coadiuvati dal Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza.