Potrebbe provenire da un’imbarcazione naufragata al largo delle coste di Trapani il grosso carico di hashish, ritrovato lunedì scorso sulla spiaggia di San Leone, ad Agrigento.
Da quel punto, infatti, le correnti potrebbero essere riuscite a trascinare a nord e a sud gli scatoloni che, verosimilmente, erano stati confezionati per galleggiare. I 50 pezzi hashish farebbero parte di un pacco che si è disfatto a causa delle correnti marine e dall’essere rimasto in acqua per più tempo del previsto.
Questa l’ipotesi investigativa – filtrata dalla procura di Agrigento e riportata dal quotidiano la Repubblica – sulla quale si sta lavorando. L’ipotesi è quella di una nave “madre” straniera – un peschereccio o una barca a vela – che consegnerebbe, su quella che è una rotta nota del traffico internazionale di stupefacenti, gli scatoloni con la droga a corrieri locali che arrivano sulle coordinate concordate con motoscafi veloci. Sarebbe da ricollegare a questo traffico anche il giallo dei tre cadaveri di uomini trovati, dal 31 dicembre al 15 gennaio scorsi, nelle acque del Palermitano e del Messinese.
I panetti di hashish fino ad ora ritrovati e sequestrati a Castelvetrano e Marsala, a San Leone e a Realmonte, nell’Agrigentino, sembrano essere tutti della stessa fattura. Intanto si attendono gli esiti degli esami di laboratorio il cui incrocio è ancora in corso.