“Stiamo cercando di costruire una società più inclusiva. Stiamo per creare un Paese in cui nessuno è lasciato fuori” così scriveva Roosevelt, ma questo è davvero accaduto? Nella società in cui viviamo c’è “spazio” per tutti per un’esistenza dignitosa dove vengono riconosciute a tutte le persone i diritti fondamentali di una società civile?
È questo il tema del terzo fine settimana di “EricèNatale – Il borgo dei presepi” che dedica al cinema e agli “ultimi” della società l’incontro di domani, alle 18, al Teatro Gebel Hamed.
In programma la proiezione del film “Aspromonte – La terra degli ultimi” di Mimmo Calopresti, ispirato al romanzo di Pietro Criaco e dai ricordi di famiglia suoi e del produttore Fulvio Lucisano. Un film che invita alla riflessione dove viene narrato il dramma di una cittadina del Sud Italia dimenticata dalle istituzioni. Un racconto di un mondo povero e la battaglia per riscattare la propria condizione, per affermarsi, per conquistarsi un futuro migliore e far vincere la civiltà sull’arretratezza di una vita buia e senza speranze, per affrancarsi dalla condanna all’abbandono e all’emigrazione come unica possibilità di rinascita.
“Ancora vivi, ancora presenti – scrive Mimmo Calopresti nelle sue note di regia – ancora disperatamente alla ricerca di un futuro, alle porte dell’Europa gli ultimi della terra non si arrenderanno, consapevoli che solo combattendo tutti insieme possono vincere e affermare il loro diritto a un’esistenza soddisfacente e dignitosa”.
Dopo la proiezione seguirà un incontro e dibattito con il regista Mimmo Calopresti, con Marco Rizzo, giornalista e scrittore, autore insieme all’illustratore Lelio Bonnaccorso, del reportage a fumetti “A casa nostra. Cronaca da Riace” dove viene raccontato il dramma dell’immigrazione clandestina e le storie dei migranti che riescono a integrarsi e a ricominciare una nuova vita. All’incontro sarà presente anche l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano che aveva creato un sistema che riusciva a coniugare l’accoglienza con il rilancio del tessuto economico e sociale del suo paese.
Il film
È la storia di un paese isolato dell’Aspromonte calabrese, ambientato negli anni cinquanta,dove una donna muore di parto perché il dottore non riesce ad arrivare in tempo e perché non esiste una strada di collegamento. Gli uomini, esasperati dallo stato di abbandono, vanno a protestare dal sindaco. Ottengono la promessa di un medico, ma nel frattempo, capeggiati da Peppe, decidono di unirsi e costruire loro stessi una strada. Tutti, compresi i bambini, abbandonano le occupazioni abituali per realizzare l’opera. L’arrivo dal nord di una maestra, che vive il suo mestiere come una missione prova a cambiare le cose, istruendo i bambini e facendo loro scoprire il mondo.
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