“Non ci sono le condizioni per tornare alla normalità”. Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, arrivato ieri sera in prefettura a Milano dove ha incontrato il sindaco, Giuseppe Sala, e il presidente della Regione, Attilio Fontana, riconosce che “molti cittadini non sono rimasti contenti delle nuove misure, lo stiamo vedendo. Questo è anche comprensibile, tutti speravano di tornare presto alla normalità ma non ci sono le condizioni per tornare alla normalità. Questo ce lo dobbiamo dire in modo chiaro e forte”.
“Non è questo il momento di mollare, non è un liberi tutti, noi ci accingiamo ad attraversare la fase 2 che è quella di convivenza con il virus, non la fase di liberazione dal virus”, ha sottolineato, “con queste nuove misure noi manderemo al lavoro altri 4,5 milioni di lavoratori. Non è questo il momento di mollare. Questo governo non cerca il consenso, ma di fare le cose giuste anche se questo vuol dire scontentare un gran numero di cittadini. Ma i cittadini devono avere fiducia che queste decisioni sono responsabili e nell’interesse di tutti”.
“Lavoreremo per definire un protocollo di massima sicurezza per garantire a tutti i fedeli di partecipare alle celebrazioni in piena sicurezza”, ha aggiunto Conte, “mi dispiace molto perché questo governo rispetta tutti i principi costituzionali, la libertà di culto, religiosa e di professare anche con la pratica la propria fede. Dispiace creare un comprensibile rammarico con la Cei e chiesa italiana”.
“Ci siamo sentiti con loro, non c’è un atteggiamento materialista, nessuna insensibilità su questo. C’è si’ una grossa rigidità da parte del comitato tecnico scientifico sul presupposto che, anche nella letteratura scientifica, la pratica religiosa è una delle fonti dei focolai” ha concluso.
“Per le famiglie stiamo studiando misure, oltre ai congedi straordinari e al bonus baby sitter. Altre misure per cercare di sostenere le famiglie, ci rendiamo conto della difficoltà particolare e cercheremo di dare un sostegno economico”, ha proseguito il premier, promettendo un “piano per l’infanzia”.
(AGI)
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