Giulia Passalacqua: “Alleanza PD-M5S? Possibile in provincia ma non a Trapani”

L’incontro Venuti-Santangelo, la politica cittadina e la tradizione. Giulia Passalacqua si racconta su più fronti. Giovane, imprenditrice e figlia d’arte: la consigliera comunale e componente del Congresso del PD di Trapani ha analizzato quelle che sono le tematiche più calde del momento.

– La prima domanda è quasi d’obbligo. Se nel Movimento 5 Stelle sono contrastati le opinioni su una possibile alleanza provinciale tra i pentastellati e il Partito Democratico, lei pensa che questo matrimonio si farà?

Penso che si stia lavorando per porre delle basi future a possibili coalizioni territoriali. L’esperienza delle ultime elezioni ha mostrato che in alcuni comuni l’alleanza Pd-5 Stelle è risultata vincente. A mio modesto parere c’è da fare i conti con il fatto che ogni territorio è diverso e che nelle elezioni comunali spesso la scelta ricade sul singolo candidato magari al di la del partito da lui rappresentato.

– Entrando nel dettaglio, pensa sia possibile vedere una coalizione PD-5 Stelle a Trapani?

Al momento non credo sia possibile creare un’unità con le colleghe del 5 Stelle. A mio parere dopo due anni di continui attacchi e critiche verso la maggioranza e verso la politica messa in atto dal nostro sindaco, non penso che dal nulla le rappresentanti del 5 Stelle in Consiglio possano cambiare totalmente visione politica. La critica verso un modo di fare politica che rappresenta il “vecchio” l’ho sentita troppe volte, ordunque un cambiamento di prospettiva mi sembrerebbe poco coerente e soprattutto come una decisione imposta dall’alto. La tanto agognata collaborazione tra maggioranza e opposizione l’ho vista invece poche volte. È chiaro che l’interesse supremo è quello di fare del bene per la nostra città, qualsiasi proposta o atto presentato dall’opposizione, compreso 5 Stelle, non potrà che avere il mio favore. Di certo se mi si chiedesse di fare gruppo con le colleghe del 5 Stelle mi opporrei fermamente, soprattutto perché trovo il loro modo di fare politica lontano anni luce rispetto al mio.

– Come reputa l’esperienza di Giacomo Tranchida alla guida della città e la sua all’interno del Consiglio comunale?

Credo che Tranchida stia amministrando al meglio un territorio di per se difficile, con tutte le problematiche del caso. Quando questa amministrazione si è insediata la città proveniva da un anno di commissariamento e da altri di poca lungimiranza amministrativa. Per fare un esempio, Trapani nel 2018 ancora non faceva la differenziata, nel giro di pochi mesi siamo riusciti ad imporre un nuovo modello di raccolta rifiuti, differenziata e porta a porta, che la cittadinanza ha accolto favorevolmente. Oggi i progetti in cantiere sono tanti, la riqualificazione dell’ex Mattatoio, gli spazi di coworking presso l’immobile del Principe di Napoli, il recupero del complesso di San Domenico, tutto ciò senza tralasciare le opere di rifacimento strade e marciapiedi nei quartieri e così via. La mia esperienza all’interno del Consiglio sicuramente mi sta arricchendo molto politicamente, ho sempre osservato con interesse le questioni legate alla politica locale, adesso che ne sono diventata parte attiva riesco a comprendere meglio alcune cose che dall’esterno non sono di facile comprensione. Ho compreso come la macchina burocratrica sia estremamente complessa e che ciò che a volte può sembrare semplice nell’amministrazione pubblica diventa complicato.

– Suo padre Ninni è stato per anni all’interno del Consiglio comunale, suo cugino (Dario Safina, ndr) è assessore. Da dove nasce la passione per la politica? È solo una tradizione di famiglia?

Sicuramente l’interesse nei confronti della politica è sempre stato presente nella mia vita anche a causa della mia famiglia. Provengo da una famiglia che mi ha trasmesso l’importanza della partecipazione al dibattito pubblico, di rendermi protagonista attiva nelle scelte che riguardano la nostra vita quotidiana e soprattutto di far sentire la propria voce quando qualcosa non va bene. Politica è questo, occuparsi della cosa pubblica. Di certo sono stata fortunata a crescere nella mia famiglia e se oggi sono in questo Consiglio comunale è sicuramente per il percorso intrapreso, anche indirettamente, grazie ai miei genitori. Mia madre già da bambina mi portava alle manifestazioni nazionali della Cgil a Roma, lei mi ha insegnato a lottare sempre per ciò in cui si crede. Mio padre, rappresentante della politica trapanese, che ha sempre fatto una politica senza peli sulla lingua, mi ha spinto ad agire secondo ciò che reputo giusto. Ebbene sin da bambina ho sempre creduto nella politica fatta di ideali ed impegno, un impegno rivolto al bene della collettività. Tutta la mia storia mi porta sin qui, alla candidatura nelle liste di Tranchida, in coppia con Dario Safina, cugino ma soprattutto politico del quale nutro profonda stima e che sempre ho supportato.

– C’è qualche obiettivo a breve scadenza che spera di raggiungere?

Personalmente mi sono interessata di alcune problematiche che ritengo particolarmente importanti per la città, come la realizzazione della seconda soffolta, il cui iter burocratico è stato finalmente ultimato, o il lavori di riqualificazione nei quartieri Sant’Alberto e Fontanelle, tra cui anche il recupero dei giardini e dei campetti di viale Marche, o ancora la realizzazione delle aree sgambamento cani da me proposte. In generale per Trapani mi auguro invece che a breve si possano avere dei risultati soprattutto per quanto riguarda il rilancio dell’aeroporto di Birgi e la conclusione della tratta ferroviaria Trapani- Palermo via Milo.

– Cosa manca, secondo lei, per invertire un trend che vede ancora Trapani come città con troppi pochi servizi per i cittadini?

Trapani, come del resto quasi tutte le città del Sud, sconta gravi ritardi nel settore servizi, è pur vero che qualche passo avanti è stato fatto, penso ai miglioramenti nel trasporto urbano o all’accordo firmato con Open Fiber, grazie al quale presto i cittadini trapanesi, le imprese e le pubbliche amministrazioni potranno usufruire di una banda ultralargha. I servizi sociali del Comune, messi a dura prova dalla pandemia hanno retto bene malgrado le carenze di personale. Credo che l’opportunità che ci verrà data dal recovery fund va colta proprio per migliorare i servizi in generale, renderci così più vicini all’Europa.