Sono state 127 le persone denunciate negli ultimi mesi dalla Guardia di Finanza nel territorio trapanese perché, simulando uno stato di indigenza economica, hanno indebitamente percepito il Reddito di cittadinanza per un importo complessivo pari a circa 1,2 milioni di euro.
Dagli accertamenti eseguiti è emerso che alcuni di loro hanno dichiarato di essere disoccupati mentre in realtà svolgevano un’attività lavorativa in “nero”; altri hanno omesso di indicare nelle domande di essere titolari, oltre alla prima casa, di altri beni immobili per un valore superiore alla soglia di 30.000 euro; altri ancora di non avere disponibilità economiche sui propri conti correnti quando, invece, avevano ottenuto vincite di denaro con il gioco on line o ricevuto denaro erogato da compagnie assicurative.
C’è stato anche chi ha chiesto la misura di sostegno economico pur avendo precedenti penali per reati legati alla criminalità organizzata o per truffa ai danni dello Stato. Alcuni parenti di quest’ultimi, invece, hanno fatto domanda di ammissione senza indicare la posizione del proprio congiunto che, secondo la normativa, deve essere esclusa dal parametro della scala di equivalenza per il calcolo del beneficio.
Nello specifico, sono stati i militari del Gruppo di Trapani e della Tenenza di Castelvetrano a scoprire due soggetti, uno residente a Trapani e l’altro a Castelvetrano, che non avevano dichiarato consistenti vincite di gioco on-line pari, rispettivamente, a 546.000 e 108.000 euro, somme di gran lunga superiori al limite fissato dalla legge, pari a 12.000 euro.
Sempre le Fiamme Gialle di Castelvetrano hanno scoperto e denunciato un soggetto che, nella Dichiarazione Sostitutiva Unica, non aveva indicato la titolarità di un patrimonio immobiliare, ad esclusione della prima casa, stimato ai fini ISEE in 1,2 milioni di euro.
Sono state 13 le persone denunciate dai militari della Compagnia di Marsala, della Tenenza di Alcamo e di Mazara del Vallo che, pur di ottenere il reddito di cittadinanza, hanno dichiarato di essere senza lavoro mentre svolgevano attività lavorative in modo sommerso o irregolare.
Le posizioni illecite emerse dagli accertamenti, oltre ad essere state comunicate alle Procure di Trapani e Marsala, sono state segnalate all’INPS per la revoca e il recupero del beneficio economico illecitamente percepito. In questo senso – si legge nella nota diffusa dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Trapani – proficuo è stato il coordinamento info-investigativo con l’Istituto di previdenza che ha fornito la propria collaborazione nell’esecuzione delle attività delle Fiamme Gialle che hanno portato a scovare questi “furbetti” nel territorio trapanese.