Funerali di Rosalia Garofalo a Mazara del Vallo: il vescovo Mogavero: “Considerata e trattata come una pecora da macello”

“Considerata e trattata come pecora da macello, essa ora è nelle mani di Dio, nessun tormento la toccherà più; la sua morte può essere ritenuta una sciagura, la sua partenza da questo mondo una rovina, ma essa è finalmente nella pace, verso la quale l’accompagna la nostra affettuosa preghiera di suffragio, che invoca anche il conforto della fede per il figlio e i parenti tutti, provati da un dolore tanto grande”.

È questo uno dei passaggi dell’omelia del vescovo Domenico Mogavero in occasione dei funerali di Rosalia Garofalo, la donna uccisa a botte dal marito a Mazara del Vallo, che sono stati celebrati stamattina nella Cattedrale della città. Alla messa hanno partecipato parenti e amici della donna, il sindaco Salvatore Quinci -che per oggi ha proclamato il lutto cittadino – assessori comunali e il presidente del Consiglio comunale Vito Gancitano.

“Per quanto abbiamo appreso dalle cronache – ha detto monsignor Mogavero – essa è stata vittima di un’allucinante fissazione che la riteneva colpevole di infedeltà. Sottoposta a indicibili tormenti e a torture massacranti, sola e senza possibilità di difendersi, è stata vittima di terribili e prolungate sevizie che hanno reso lenta e interminabile la sua agonia”. Ancora il vescovo: “Non oso neanche immaginare l’abisso di sofferenze patite nel corpo e nell’anima, associato all’impotenza di fronte alle brutalità del marito; mi sembrerebbe di violare quel riserbo che la portò a ritirare le denunzie presentate a difesa delle pregresse violenze subite”.

Mogavero, riferendosi alle parole del sofferente che si affligge nel Libro delle Lamentazioni [«Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c’è un dolore simile al mio dolore, al dolore che ora mi tormenta […] Per questo piango, e dal mio occhio scorrono lacrime, perché lontano da me è chi consola» (1,12.16)], ha ribadito che “ora per Rosalia il tormento è finito per sempre. Il tormento, però, resterà incancellabile e lacerante in chi l’ha massacrata; per lui la pietà e la giustizia umana, ma soprattutto il giudizio di Dio, giusto ma non vendicativo. Ormai, niente potrà più separare Rosalia dall’amore redentore e consolante di Cristo”.