Una nota società finanziaria è stata condannata dal Tribunale civile di Trapani al rimborso degli interessi in favore di un cittadino trapanese, oltre al pagamento del 50 per cento delle spese per la consulenza tecnica disposta d’ufficio.
Il 75enne V.G. aveva ottenuto, nel 2011, un finanziamento per 20.000 euro che poi ha deciso di estinguere anticipatamente nel luglio del 2013. Volendo accertare se realmente la somma richiesta per l’estinzione fosse corretta, ha fatto analizzare il contratto e il piano di ammortamento ad un professionista, il dottore commercialista Salvatore Rosa, che ha accertato, però, il superamento del tasso soglia usura rilevato periodicamente dalla Banca d’Italia per il periodo e l’operazione di riferimento.
Così, assistito dal legale di fiducia, l’avvocato Vincenzo Maltese, l’uomo ha citato in giudizio la finanziaria chiedendo che il Tribunale accertasse, tramite apposita perizia tecnica d’ufficio, se il contratto fosse viziato da usura o meno. Il professionista incaricato dal Tribunale di Trapani ha confermato pertanto l’anomalia nel calcolo degli interessi e il giudice ha condannato la finanziaria al rimborso integrale degli interessi corrisposti dal cliente.
“Sempre più contratti presentano anomalie che vanno in danno di consumatori e cittadini, che si spingono a chiedere ed ottenere subito denaro magari in un periodo di difficoltà, spiega Maltese che “l’accertamento negativo del credito o il rimborso di interessi sono ormai oggetto di diverse pronunce giurisprudenziali che tendono da un lato a preservare i diritti e ridare giustizia a quei cittadini ignari e inconsapevoli, dall’altro a sanzionare le compagnie erogatrici di credito affinchè agiscano secondo correttezza”.