Evaso uno dei presunti autori della rapina nell’abitazione dei coniugi Salone ad Erice

Era stato posto ai domiciliari, nella sua abitazione nel quartiere San Giuliano di Erice, dopo essere stato identificato e arrestato dalla Polizia come uno degli autori della rapina, avvenuta nel gennaio 2019, nell’abitazione dei coniugi Salone a Casa Santa Erice. Un provvedimento che non aveva mancato di suscitare le veementi proteste dei due medici che avevano vissuto una notte di terrore in balia di una banda di uomini che si era introdotta nella loro villa di via Europa riuscendo ad aprire la cassaforte e a portare via una pistola, denaro in contanti e oggetti preziosi per un valore di circa un milione di euro. La donna era stata narcotizzata e immobilizzata con fascette di plastica, il marito minacciato per ottenere che aprisse la cassaforte presente nel piano ammezzato della casa.

Adesso di Francesco Paolo Cammareri, detto “Ciccio u Pummaroro”, si sono perse le tracce ed è ufficialmente un evaso latitante. L’uomo era stato arrestato dagli investigatori della Squadra Mobile di Trapani il 28 aprile 2019 e posto dai giudici ai domiciliari perchè la sua condizione di “ipovedente”, attestata da una commissione medica, era stata ritenuta incompatibile con la carcerazione. Ad incastrarlo era stato l’esame del DNA estratto dalle tracce biologiche riscontrate su una sigaretta non accesa trovata dagli investigatori nell’abitazione della coppia rapinata.

I Salone, appreso della concessione degli arresti domiciliari, avevano chiesto tramite i loro legali al Consiglio Superiore della Magistratura di intervenire sulla vicenda e, lo scorso mese di maggio, erano tornati a farsi sentire inviando una lettera al CSM, al neo capo del DAP, il trapanese Dino Petralia, e al Tribunale di Sorveglianza ricordando che Cammareri non ha mai rivelato i nomi dei complici, ha da scontare una condanna fino al 2031 per reati commessi prima della rapina e che nel periodo in cui fu messo a segno il colpo avrebbe dovuto trovarsi agli arresti domiciliari. Nel 2011 l’uomo era stato arrestato con l’accusa di estorsione e poco dopo rimesso in libertà. Sarebbe stato a capo di una banda specializzata in estorsioni e traffico di stupefacenti.