Espulsione per migranti scesi dalla nave “Azzurra” a Trapani, ma è solo un foglio di carta [FOTO]

Decreto di espulsione dal territorio italiano, ieri, per molti dei Tunisini sbarcati a Trapani, dopo le due settimane di quarantena, dalla GNV “Azzurra”. Altri, invece, sono stati trasferiti nei Cpr in attesa del rimpatrio.

Il provvedimento, emesso dalla Prefettura di Trapani, è stato consegnato a circa duecento persone, tra cui anche donne, che dal molo Ronciglio sono poi state condotte in pullman fino alla Stazione Ferroviaria di Trapani. Lì i migranti, aiutandosi con poche parole in inglese o in francese e spesso anche solo a gesti, hanno iniziato a chiedere informazioni e aiuto per trovare un bus o un treno che li portasse via dalla città sotto l’occhio vigile di pattuglie di Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza e Polizia Municipale.

Molti di loro, evidenti nello sguardo la preoccupazione e lo smarrimento, ci hanno raccontato di voler raggiungere familiari o parenti che già vivono in altre parti d’Italia e in Francia. Chi è riuscito a farsi inviare da loro piccole somme di denaro con il sistema del money transfer ha potuto acquistare un biglietto per Palermo su una delle corse di bus in partenza da Trapani. Altri – tra cui anche giovani provenienti da Paesi come Sudan e Nigeria, ugualmente raggiunti dal provvedimento di espulsione e non trasferiti, quindi, come altri migranti richiedenti asilo nei centri di accoglienza – si muovevano con aria smarrita senza sapere cosa fare. Il marciapiede alberato di fronte all’ingresso della Stazione è diventato per tutto il pomeriggio il luogo in cui fermarsi con le loro poche cose, nell’attesa del passo successivo del loro viaggio.

È chiaro che, in base alla normativa attuale, non si possa far nulla di diverso nei confronti di queste persone che entrano in maniera irregolare nel territorio italiano, e abbiamo anche potuto registrare la preoccupazione di cittadini residenti nelle immediate vicinanze nata da queste presenze. Intorno alle 18.30, infatti, la vicina biglietteria della “Segesta” non ha potuto emettere altri biglietti perché esauriti. Molti migranti, quindi, non sono potuti salire sui pullman per il capoluogo regionale e hanno trascorso la notte all’aperto, con le immaginabili conseguenze anche di carattere igienico-sanitario. Abbiamo appreso, inoltre, che chi è riuscito ad arrivare a Palermo è stato indirizzato dalle forze dell’ordine presenti alla Stazione Centrale verso i treni diretti a Messina. Da lì, in qualche modo, continueranno a risalire la Penisola verso le loro destinazioni.

Inevitabile chiedersi che ne sarà di Jhonny, di Hamza, di Mohamed, alcuni dei giovanissimi con i sogni nello zaino che abbiamo incontrato ieri. Hanno lasciato, rischiando la loro vita attraverso il Mediterraneo, famiglie e radici in cerca di un’opportunità.
Al momento pare che la questione della migrazione – in particolare quella dalla Tunisia che sta investendo negli ultimi mesi la Sicilia – non trovi un approccio efficace che le norme vigenti non riescono ad assicurare.
Non basta certo consegnare in mano a queste persone l’ordine di lasciare il territorio italiano, ché anche volessero obbedire non ne avrebbero i mezzi, per “risolvere il problema”: anzi, in questo modo, non si fa altro che ingrossare le file della clandestinità e, quindi, dello sfruttamento o della criminalità.
Ma la “soluzione” deve arrivare dalla politica e non certo da chi, sul campo, si trova ad operare con gli strumenti disponibili. Altrimenti, tra qualche settimana, le scene di ieri – e al di là dei numeri per tutto il tempo della nostra presenza non abbiamo osservato alcuna scompostezza – non potranno che tornare a ripetersi.
Nave “Azzurra”, intanto, terminato lo sbarco a Trapani, ha fatto nuovamente rotta verso Lampedusa dove presumibilmente, prenderà a bordo altri migranti.

Sul fronte del governo regionale, dopo l’ordinanza del presidente Nello Musumeci, l’assessore alla Salute Ruggero Razza ha firmato una circolare “urgentissima” per l’esecuzione del provvedimento che prevedeva lo sgombero alla mezzanotte di ieri dei centri di accoglienza e degli hotspot siciliani.
Circolare indirizzata alle Asp e alle Prefetture che stabilisce «una celere ricognizione e puntuale indicazione del numero dei soggetti migranti, attualmente ospitati all’interno dei centri di accoglienza/hotspot insistenti sulla provincia di pertinenza, o altro genere di strutture eventualmente interessate dalle disposizioni dell’ordinanza regionale, specificando altresì il numero dei soggetti già accertati positivi al contagio da Covid-19».

Le Aziende sanitarie provinciali dovranno sottoporre ai test i nuovi giunti in apposite aree che «le Prefetture avranno cura di predisporre in prossimità degli hotspot e dei centri di accoglienza». Per l’esecuzione dei controlli sanitari, ogni Asp incarica una o più Usca operante nel proprio comprensorio. Il trasferimento dei soggetti già accertati positivi o dichiarati positivi, «avviene nel rispetto dei protocolli sanitari ministeriali vigenti».
Con un altro provvedimento assessoriale si provvederà a istituire una task force ispettiva per eseguire, «nella contestualità delle operazioni di trasferimento, opportune ispezioni presso hotspot e centri di prima accoglienza».

Al termine dei sopralluoghi sarà evidenziata «la sussistenza o meno dei requisiti igienico-sanitari per l’esercizio delle strutture oggetto di ispezione, in uno con le eventuali violazioni dei protocolli finalizzati al contenimento del contagio da Covid-19». Conseguentemente, potranno essere formulate «eventuali proposte di chiusura o di riconversione delle strutture che ne risultassero carenti e tutte le soluzioni alternative del caso».