Con una delibera di Giunta, l’Amministrazione comunale di Erice propone al Consiglio comunale la cittadinanza onoraria al vescovo di Acireale Antonino Raspanti. Il prelato, prima di essere nominato vescovo ha passato sei anni nel cuore di Erice, quando nel 1995 fu nominato Arciprete della Chiesa Madre, nella qualità di Parroco e di primo Direttore del progetto diocesano “Erice La Montagna del Signore”, del quale redige il progetto generale, pubblicato il 30 marzo 2000.
In esso si delineano le iniziative da intraprendere per la tutela e la valorizzazione dell’ingente patrimonio immobiliare ecclesiastico ericino. A tal fine si adopera per il restauro della Chiesa di San Giuliano e, poi, di quella di San Martino. Per assicurare la presenza della vita religiosa ad Erice promuove l’accoglienza della Comunità delle Beatitudini e anche quella di una nuova esperienza religiosa legata al padre Giuseppe Giacomelli. Dal punto di vista pastorale promuove in parrocchia diversi ambiti tra i quali particolarmente importante è l’attenzione ai giovani, che accompagna in esperienze missionarie e culturali all’estero, in Brasile e negli Stati Uniti.
L’impegno culturale lo porta ad organizzare le prime mostre per la valorizzazione del patrimonio storico-artistico ecclesiale ericino, con le mostre dei “tessuti e ricami del ‘600” e quella della “Ceroplastica natalizia”. Inizia con lui la tradizione degli altarini mariani nei cortili ericini per coniugare ed esaltare insieme gli ambienti tipici della città e la delibera di Giunta 217 del 22/10/2021 devozione mariana. Negli anni di “parrocato” ericino inizia un percorso spirituale con alcune persone di Erice e di Trapani che porterà alla fondazione, nel 2003, dell’associazione privata dei fedeli “Confraternita Beata Vergine Maria del Monte Carmelo” presso la chiesa di san Francesco di Paola in Erice, dove è rimasta fino al 2019.
Le motivazioni della cittadinanza onoraria sono messe nero su bianco nella delibera considerato “l’impegno di Mons. Antonino Raspanti, promotore dell’iniziativa “Erice, la Montagna del Signore”, oltre alla promozione della comunità di Erice quale comunità spazio per la spiritualità aperta alla ricerca culturale ed al dialogo interreligioso, ha contribuito con lo sviluppo del progetto negli anni, alla conservazione ed alla fruizione del patrimonio dei beni culturali ecclesiastici di Erice attraverso due aree di intervento sviluppate: 1) la tutela, la conservazione, il restauro e la valorizzazione del patrimonio architettonico e artistico delle chiese di Erice; 2) la custodia e una più prolungata apertura delle stesse chiese per favorirne la conoscenza da parte dei fedeli e dei visitatori”.
Adesso sarà il Consiglio comunale a decidere se il vescovo di origine alcamese potrà fregiarsi del titolo di “cittadino di Erice”.
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