Presentato stamattina, dai consiglieri comunali di minoranza di Erice Simona Mannina (indipendente), Alessandro Barracco (MoVimento 5 Stelle), Alessandro Manuguerra (Fratelli d’Italia), Giuseppe Vassallo (Fratelli d’Italia) e Francesca Miceli (indipendente) un documento che punta alla sfiducia nei confronti della sindaca Daniela Toscano.
Nel dossier di 29 pagine presentato dai cinque, le critiche alla prima cittadina possono essere fatte rientrare in tre tipologie: giudiziario/questione morale, motivazioni di carattere giuridico-amministrativo e rilievi di carattere politico-amministrativo.
Per essere trattata in Consiglio comunale la mozione deve essere sottoscritta da almeno 7 consiglieri ma, al momento, sono solo 5 coloro che l’hanno appoggiata. Non è così facile che altri due consiglieri possano condividere questa iniziativa la cui sorte è tutta da scoprire.
Nel dettaglio, i consiglieri sottolineano come siano molteplici le indagini giudiziarie in corso che riguardano l’amministrazione comunale della Vetta.
I consiglieri affermano che “non si può continuare, ancora oggi, a dire che le indagini non interessino il Consiglio comunale, perché inevitabilmente queste influenzano l’operato dell’amministrazione e di conseguenza il nostro: noi consiglieri comunali dinanzi i nostri elettori, dinanzi a coloro che ci hanno dato fiducia, non potremo dire “non lo sapevamo” ma diremo “lo sapevamo e abbiamo fatto in modo di cambiare le cose…”. A differenza degli struzzi, infatti, non nascondiamo la testa sotto la sabbia. Come invece fa questa amministrazione che tanto si è autodefinita negli anni “regina di legalità”. Per legalità, infatti, si intende il semplice rispetto della legge ed è a noi che la legge attribuisce il ruolo di “controllori dell’operato dell’amministrazione”: è a partire da questa semplice constatazione che, se è vero come lo è, che noi consiglieri “siamo per la legalità”, opposizione e maggioranza, dobbiamo controllare e agire”.
Solo nella sezione giudiziaria sono otto i punti che i consiglieri firmatari portano avanti: l’indagine in corso “cambio graduatoria lavori socialmente utili”, sui lavori per il depuratore e smaltimento acque nere a Napola, il caso “parcheggi”, l’arresto del vice sindaco [ndr. che di recente ha patteggiato la pena], l’annullamento del concorso per la stabilizzazione dei precari con blitz della Digos, l’utilizzo improprio dell’auto istituzionale da parte della sindaca Daniela Toscano, la richiesta di rinvio a giudizio per la consigliera di maggioranza Francesca Miceli oggi opposizione (e firmataria della mozione di sfiducia) e per l’ultimo l’avviso di garanzia per la sindaca Daniela Toscano.
“Già quanto riferito – commentano i cinque nel documento – potrebbe essere sufficiente ad ottenere il voto favorevole dell’assise consiliare, in quanto, seppur è vero che il consiglio comunale non è un tribunale e noi consiglieri non siamo giudici, i nostri padri costituenti hanno inteso il principio di legalità quale principio cardine del nostro sistema, principio a cui sono soggetti gli organi dello Stato, compresi i consiglieri comunali, assessori e sindaco”.
Ma la discussione per Mannina, Barracco, Manuguerra, Vassallo e Miceli non si ferma qui. Le motivazioni di carattere giuridico-amministrativo si racchiudono in dubbi di legittimità su alcuni atti compiuti dall’amministrazione, incarichi alla cugina del sindaco, violazione del dovere di astensione dall’esercitare la libera professione nei Comuni di appartenenza per i componenti della Giunta Municipale, le ordinanze contigibili ed urgenti, le osservazioni della Corte dei Conti, i contributi dati alle associazioni/ mancato rispetto delle deliberazioni consiliari e l’illegittimità della delibera Giuntale n.70 del 19.04.2018 avente ad oggetto le modalità di conferimento dei rifiuti presso il CCR.
Per concludere, i consiglieri, attaccano Toscano dal punto di vista politico. “L’operato della sindaca Daniela Toscano – scrivono – in questi due anni è stato caratterizzato da gravi inadempienze ai più elementari dettami di correttezza e buona gestione politico-amministrativa, oltre che per gravi inadempienze programmatiche. Lo stato di abbandono in cui versa il nostro Comune è un dato di fatto incontrovertibile. Balza, infatti, immediatamente agli occhi come l’attività politico-amministrativa sia pesantemente ingessata, come gli Uffici comunali non riescano, oramai, a dare risposte ai bisogni elementari dei nostri concittadini, anche in ordine a richieste di ordinaria amministrazione”.