Arriva una seconda sentenza del giudice di pace di Trapani (la prima risale al 2017) che ha annullato le bollette sulle eccedenze idriche, relative a consumi dal 2015 al 2017, inviate dall’Ufficio Acquedotto del Comune di Trapani nella qualità di gestore idrico, ad una famiglia di due persone.
I due coniugi hanno voluto vederci chiaro e, da una lettura dei metri cubi del contatore, hanno verificato che i consumi effettivi non corrispondevano a quelli fatturati. Hanno inviato un reclamo al gestore idrico, corredato da foto del contatore e chiedendo la verifica dei dati in loro possesso, della funzionalità del contatore e il riscontro delle date di lettura. Non avendo ricevuto alcun riscontro dagli Uffici comunali, hanno deciso di agire giudizialmente a tutela delle proprie ragioni davanti al giudice di pace che ha accertato l’incongruenza, l’inesattezza e la presuntività dei dati fatturati.
In particolare, si legge nella motivazione, “l’amministrazione comunale non ha documentato la corrispondenza tra consumo e lettura in ordine alle fatture impugnate e, in relazione alla distinzione tra le eccedenze di consumo di prima fascia e l’eccedenza di consumo di seconda fascia”.
L’avvocato Vincenzo Maltese, che assistito i coniugi, spiega che le fatture emesse dal Comune di Trapani non riportano le date certe delle letture dei contatori ma solo l’arco temporale, che può andare dal gennaio al giugno o dal gennaio al 31 dicembre di ogni anno.
“E’ una questione di trasparenza – spiega il legale che da tempo si occupa di questioni riguardanti le bollette idriche – nei confronti dei cittadini che devono leggere quante volte gli addetti sono passati, quante letture sono state effettuate nell’arco di un anno, specie se si chiedono in pagamento eccedenze nei consumi. Mi auguro pertanto, conclude il legale, che tali indicazioni vengano recepite dagli Uffici comunali a partire dal corrente anno”.
Il giudice ha, quindi, annullato tutte le eccedenze di seconda fascia facendo risparmiare circa il 50% dell’importo fatturato ai due coniugi e ha condannato il Comune al pagamento delle spese processuali.
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