Ascolta l’intervista realizzata all’assessore Ninni Romano all’interno del nostro #TrapanisìGierre.
Mer come mare (alla francese) o mer come forma apocope di un sostantivo che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni?
Sicuramente a Trapani c’è un problema di mer. L’amministrazione comunale ha delimitato il tratto di spiaggia – e quindi di mare – compreso tra l’hotel “Cavallino Bianco” e la palestra Pinco sul lungomare Dante Alighieri.
Un provvedimento dovuto alle luce dei risultati delle analisi effettuate dall’ARPA su campioni di acqua prelevate nelle zone, dove, vengono scaricati, nei casi di emergenza, i liquami non depurati prodotti a Trapani ed Erice. Negli ultimi mesi, infatti, sono stati numerosi i cedimenti in diversi tratti della condotta che collega le pompe di adduzione di via Marsala con l’impianto consortile di depurazione di Nubia. E non sono mancate, di conseguenza, le polemiche politiche tra le consigliere del M5S e l’amministrazione di Giacomo Tranchida.
Oggi è intervenuto a dire la sua l’assessore all’Ecologia Ninni Romano: «In riscontro alle allarmanti e per certi versi fuorvianti dichiarazioni politiche temerariamente diffuse di questi giorni – ha affermato in una nota stampa – si chiarisce che i risultati delle analisi pervenuti il 17 maggio sono relativi agli esami effettuati dall’ARPA su un campione di acqua prelevato in data 17 marzo nel sito definito “pennello”, nel tratto di mare prospiciente la via Tunisi. Il campione prelevato nel pomeriggio del 17 marzo ha evidenziato il superamento dei limiti analitici di alcuni parametri».
«Impedire lo sversamento a mare nel tratto sopra indicato – continua Romano – equivaleva a determinare la fuoriuscita dei liquami per le vie cittadine. La soluzione della problematica, assai annosa è tra le priorità correnti ereditata come ben noto, insieme a tanti altri disastri» dall’attuale amministrazione comunale.
Romano ha assicurato che, nell’attesa di trovare una soluzione definitiva, «l’amministrazione comunale aumenterà l’attenzione monitorando, con maggiore frequenza, il tratto di costa interessato e, in caso di eventuali guasti alla condotta, oltre alle rituali comunicazioni agli organi competenti e all’affissione dei cartelli di divieto di balneazione, utilizzerà tutti i disponibili mezzi di comunicazione. Per questo motivo – conclude l’assessore – è stata predisposta, in via emergenziale, l’interdizione del tratto di costa interessato e l’effettuazione di un nuovo campionamento».
Le dichiarazioni dell’assessore non sono andate giù alla consigliera comunale Francesca Trapani che ritiene di non avere fatto allarmismo nel diffondere i dati delle analisi dell’ARPA: «Leggere pubblicamente un documento ufficiale dell’ARPA, in cui è scritto che sono stati sversati reflui urbani non depurati e affermare che trovare una soluzione è inderogabile per esigenze di tutela della salute pubblica, non è allarmismo. È un dovere di informazione e trasparenza che pure non spetterebbe a me adempiere, ma all’Amministrazione. Né trovo rassicurante affermare che tanto le analisi si riferiscono allo sversamento del 17 marzo, tutt’altro! Il 17 marzo si è proceduto ad uno sversamento “di emergenza” ma né quel giorno, né negli episodi successivi che abbiamo documentato, è stato adottato alcun provvedimento di interdizione della balneazione o della pesca, con buona pace di esigenze di prevenzione e di tutela della salute pubblica! Oggi, ben due mesi dopo, si accusa il Movimento di facili allarmismi ma allo stesso tempo vengono interdetti 800 metri di costa “in via d’emergenza”. Auspico che il sindaco e l’assessore Romano, anziché continuare a puntare il dito attraverso social e giornali contro chi informa i cittadini senza allarmismi ma con documenti ufficiali alla mano, vengano a riferire in Consiglio comunale degli esiti di questa riunione che si è svolta in Prefettura, così che tutta la cittadinanza possa essere rassicurata prima possibile sulle soluzioni che sono state individuate e su che tipo di deroghe intendano chiedere al Governo regionale, in merito a cosa e con quali tempistiche».
In ogni caso, continuiamo a dire che a Trapani c’è proprio un problema di mer.