Ammonta ad oltre 260mila euro la somma che il Libero Consorzio Comunale di Trapani deve corrispondere a 25 dipendenti vincitori di una causa civile contro l’Ente sia in primo grado sia in appello. A ciascuno
dei dipendenti andranno dai 9 mila ai 12 mila euro circa. Il contenzioso era stato sollevato quasi 8 anni fa.
I dipendenti, allora con contratto a tempo determinato e parziale, nell’ottobre 2013 avevano presentato ricorso dinanzi al Tribunale di Trapan per ottenere la dichiarazione di nullità del termine apposto ai loro
contratti di lavoro; la maturazione dei requisiti per la conversione in rapporto di lavoro a tempo
indeterminato; il diritto ad alcune indennità; il riconoscimento del consolidamento dell’orario di lavoro;
la restituzione di una ritenuta del 2,50% sulla retribuzione e la differenza sul compenso relativo al
premio di produttività.
Con sentenza del 6 giugno 2018, il Tribunale di Trapani aveva stabilito che il Libero Consorzio pagasse a ciascuno di loro un’indennità risarcitoria in misura pari a 6 mensilità oltre agli interessi legali e alla rivalutazione monetaria, dichiarando il diritto dei lavoratori al consolidamento orario e a percepire il premio di produttività in base alle ore effettivamente lavorate e, quindi, al pagamento della differenza su questo beneficio per l’anno 2012.
Il ricorso alla Corte d’Appello di Palermo ha portato, nel 2020, ad una pronuncia migliorativa per i lavoratori
giacché, in parziale riforma della sentenza di primo grado, è stata rideterminata l’indennita risarcitoria
dovuta ad alcuni dei ricorrenti nella misura di 9 mensilità della retribuzione globale di fatto, di 8
mensilità per altri e di 7 per altri ancora, anche se è stata rigettata la domanda relativa alle ore
supplementari rispetto all’orario di lavoro.
Fatti i conti, quindi, il ebito dell’Ente nei confronti dei lavoratori è pari a 267.456,95 euro di cui 252.996,38
relativi all’indennità risarcitoria, 11.752,37 per le differenze retributive sul premio di produttività per l’anno 2012 e 2.708,20 relativi agli interessi più la rivalutazione dalla data della sentenza di primo grado.
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