Lavori avviati senza che all’Asp siano stati trasmessi “alcun elaborato progettuale e richiesta di autorizzazione all’esecuzione delle opere”.
Con questa motivazione, dopo un sopralluogo sul posto, il direttore generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani, Fabio Damiani, ieri ha chiesto con urgenza al Comune di Erice di sospendere il cantiere avviato presso la Cittadella della Salute dove è stata demolita una porzione del muro di cinta che dà sulla via Cesarò ed erano previsti interventi di taglio della vegetazione per realizzare un’area per lo sgambamento dei cani.
Il progetto, annunciato nel maggio di quest’anno, è finanziato, per quasi 98mila euro, con i fondi dei cantieri di lavoro ottenuti dal Comune tramite il Piano di Azione e Coesione. Una iniziativa, quindi, di per sé sicuramente apprezzabile – darà lavoro a quindici persone svantaggiate per un totale di 59 giornate lavorative – e utile alla fruizione da parte dei cittadini con i loro amici a quattro zampe di una porzione di quel magnifico “polmone verde” che insiste nel territorio a valle di Erice. I lavori avrebbero dovuto iniziare lo scorso 15 novembre ma sono partiti con un paio di settimane di ritardo, probabilmente a causa della rinuncia delle prime due ditte in graduatoria che avrebbero dovuto fornire i materiali e il “tutoraggio” ai lavoratori.
Quanto accaduto ha risvolti importanti se si tiene presente, come i vertici della Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani – che è proprietaria del bene – ricordano al Comune della Vetta, che l’intero complesso della Cittadella, già dal 1993, è stato dichiarato dalla Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali, “bene di interesse storico-artistico e architettonico” e che, per tale motivo, è sottoposta al regime di tutela previsto dalla legge 1089/1939.
La normativa prevede che nessuna attività sui manufatti e sulla vegetazione presenti all’interno del complesso possa essere eseguita in assenza dell’autorizzazione della competente Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali.
L’Asp di Trapani, oltre alla richiesta “urgentissima” di sospensione delle attività, si è riservata di valutare se intraprendere ogni altra azione a tutela dell’interesse pubblico sul bene in questione.
La domanda sorge spontanea, direbbe qualcuno: possibile che gli uffici comunali di Erice sconoscano che la Cittadella, seppure ricadente nel territorio comunale, sia sottoposta – e non da ieri – a vincoli di tutela? Un’attenzione, peraltro, che, come si può leggere nei documenti dell’Assessorato regionale dei Beni culturali e ambientali, che non è riservata solo agli immobili e alla cinta muraria ma anche alla vegetazione esistente che, in caso di operazioni di ripristino, dovrà tenere conto della necessità di mantenere e ricercare le specie originali.
Il muro andrà sicuramente ripristinato utilizzando le tecniche costruttive a suo tempo adottate. Intanto attendiamo di conoscere la risposta dell’amministrazione comunale su questa incresciosa vicenda, anche per capire come mai non si sia deciso di utilizzare per l’accesso all’area un cancello già esistente a meno di 100 metri dal punto dove era stata avviata la demolizione del muro.