Democrazia partecipata: Comune di Trapani dovrà restituire 33 mila euro alla Regione

“A Trapani snobbano i fondi destinati alla democrazia partecipata”. A dichiaralo sono le due consigliere comunali Francesca Trapani e Chiara Cavallino del Movimento 5 Stelle che hanno annunciato una interrogazione per capire perché questi fondi non sono stati utilizzati.

“Succede che la legge Regionale 28 gennaio 2104 numero 5 – spiegano le due consigliere – ha previsto al comma 1 dell’articolo 6 l’obbligo per i Comuni, di destinare almeno il 2%, nel caso di Trapani circa 33 mila euro, relativo all’anno 2017, dei trasferimenti regionali di parte corrente, con forme di democrazia partecipata, ovvero utilizzando strumenti che coinvolgono la cittadinanza, per la scelta di azioni di interesse comuni. In questi casi le amministrazioni hanno la piena autonomia nella scelta della modalità, per il coinvolgimento della cittadinanza. In particolare, la popolazione del territorio interessato è invitata a precisare i bisogni e a stabilire le priorità in vari campi (ambiente, educazione, salute, viabilità, servizi, strutture o assistenza)”.

I fondi sono riferiti al bilancio del 2017 e andavano spesi nel 2018. L’amministrazione guidata da Giacomo Tranchida, però, fa notare che questi soldi andavo spesi dal commissario Francesco Messineo durante l’annata successiva alla sindacatura di Vito Damiano.

Ma Trapani non è il solo Comune a non aver speso i fondi della democrazia partecipata. Altissime sono le somme che perde Favignana e Marsala. Nelle Egadi, infatti, la somma prestabilita dalla Regione e che ora dovrà rientrare è pari a quasi 47 mila euro. La sanzione è applicata per mancata o parziale attivazione delle forme di democrazia partecipata. A Marsala i fondi sono di 28 mila e 700 euro. Campobello di Mazara aveva a disposizione 262€, Castellammare del Golfo 334€, Castelvetrano 590€, Petrosino 5 mila e 800 euro, Salemi 3 mila e 500, Valderice 4 mila e 800 e Vita 8 mila e 500.

Negli ultimi anni è cresciuta, anche in Italia, l’attenzione delle amministrazioni locali nei confronti della partecipazione dei cittadini ai processi decisionali. Si stanno diffondendo forme innovative di democrazia partecipativa, come il bilancio partecipativo, che presuppone un coinvolgimento forte nelle scelte principali di governo del territorio, in quanto le proposte avanzate dai gruppi di cittadini possono incidere su una certa percentuale del bilancio comunale. La provincia di Trapani, nella sua totalità, non ha sfruttato quasi 132 mila e 800 euro che ora torneranno alla Regione.

Francesco Tarantino

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