C’è anche l’ex sindaco di Calatafimi Segesta Vito Sciortino tra le cinque persone a cui oggi sono stati notificati dai Carabinieri di Alcamo altrettanti avvisi di garanzia a conclusione dell’operazione “Phimes” che ha portato agli arresti domiciliari l’imprenditore edile Francesco Isca e l’ispettore della Polizia Municipale di Calatafimi Salvatore Craparotta.
I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Trapani che ha concordato con le risultanze investigative acquisite dai Carabinieri sotto la direzione della Procura della Repubblica di Trapani.
Secondo quanto emerso dalle indagini, Craparotta, sfruttando il proprio ruolo di vice comandante della Polizia Municipale di Calatafimi Segesta, avrebbe agevolato l’attività economica della società “Nuovi Sistemi Edili srl” riconducibile a Isca, multando con assiduità – sia su segnalazione dell’imprenditore sia di propria iniziativa – i visitatori che parcheggiavano i propri mezzi fuori dal parcheggio a pagamento, lungo la strada che conduce al tempio di Segesta.
In cambio Isca avrebbe coinvolto i parenti più stretti dell’ispettore nella sua attività. La figlia di Salvatore Craparotta, infatti, è socia al 50 per cento della “Segesta Green Tour” srl, società di gestione dell’area di parcheggio, mentre la moglie e il genero ne sono dipendenti. Un altro figlio di Craparotta è stato assunto presso la “Nuovi Sistemi Edili” srl, società proprietaria del parcheggio e amministrata direttamente da Isca.
L’attività di indagine, protrattasi per più di un anno, è stata condotta sia con metodi classici (servizi di osservazione, pedinamenti e raccolta di informazioni) sia con intercettazioni telefoniche e ambientali oltre che con l’acquisizione di documenti negli uffici del Comune di Calatafimi Segesta.
Gli altri indagati sono Maria Craparotta (moglie di Salvatore), il comandante e due appartenenti alla Polizia Municipale di Calatafimi Segesta per i reati di favoreggiamento, abuso d’ufficio e falsità materiale ed ideologica.
La moglie del Craparotta, infatti, convocata dai Carabinieri per essere interrogata nell’aprile 2019, avrebbe concordato preliminarmente con il marito la versione da fornire e, successivamente, avrebbe contattato la moglie di Isca per informarla, aiutando così l’imprenditore ad eludere le investigazioni.
L’ex sindaco Sciortino dovrà, invece, rispondere di abuso d’ufficio e falsità materiale e ideologica, perché senza averne titolo (l’area archeologica, prima di diventare Ente autonomo, dipendeva direttamente dal Dipartimento dei Beni Culturali della Regione Sicilia), avrebbe imposto alla Direzione del Parco archeologico di Segesta, con un atto a sua firma – informale e privo di protocollo – di non far parcheggiare veicoli al suo interno, favorendo così l’attività di parcheggio di Isca.
Gli altri tre appartenenti alla Polizia Municipale di Calatafimi Segesta coinvolti nella vicenda e che hanno ricevuto avvisi di garanzia sono il comandante Giorgio Collura, l’ispettore Leonardo Accardo e l’agente Vito Accardo, chiamati a rispondere, a vario titolo, di abuso d’ufficio, omissione di atti d’ufficio e falsità materiale e ideologica in atti pubblici.
Francesco Isca è un imprenditore edile, originario di Vita, rimasto coinvolto marginalmente nell’inchiesta giudiziaria palermitana sul caso Nicastri-Arata.
L’uomo, fino al 2004, conviveva con Paola Anna Maria Crimi, figlia del mafioso Leonardo Crimi e sorella del pluripregiudicato Salvatore Crimi, nonché cognata del mafioso Calogero Musso.
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