Corruzione e abuso d’ufficio, l’ex vice sindaco di Erice patteggia condanna ad un anno e undici mesi

L’ex vice sindaco e assessore comunale di Erice, Angelo Catalano, è stato condannato – pena sospesa – ad un anno e undici mesi di reclusione per i reati di corruzione e abuso d’ufficio in concorso. Il processo si è svolto stamane con il rito del patteggiamento.

L’arresto di Catalano, lo scorso mese di febbraio, aveva creato grande scalpore ad Erice. L’indagine del Nucleo Investigativo del Comando provinciale dei Carabinieri di Trapani aveva ricostruito diversi episodi che coinvolgono altri sei indagati tra cui la consigliera comunale Francesca Miceli, già indagata per voto di scambio, il marito Fabio Grammatico, gli imprenditori Matteo Barraco, Giovanni Pomara e Pietro Saullo.

Alcuni imprenditori, “a discapito di altri”, erano soliti “aggiudicarsi direttamente lavori pubblici con assegnazione diretta, giustificata da una situazione di disagio e d’urgenza, artatamente predisposta per l’occasione”, aveva scritto il gip nel provvedimento di arresto di Catalano. “In particolare, Catalano, abusando della sua funzione, esercitava pressioni sul dirigente del settore lavori pubblici al fine di far aggiudicare i lavori di manutenzione della rete di illuminazione pubblica ad un’impresa, dallo stesso sponsorizzata, in spregio ai doveri di imparzialità e buona amministrazione e al principio di rotazione degli inviti e degli affidamenti”, scriveva sempre il gip.

In un’altra occasione, Catalano “su istigazione di un consigliere comunale, violando i suoi doveri d’imparzialità e buona amministrazione ed invadendo la competenza dei dirigenti amministrativi, esercitava poteri che non gli competevano, dando disposizioni ad un imprenditore titolare di un’impresa, che stava eseguendo lavori per l’amministrazione ericina in tutt’altra zona del territorio comunale, di interrompere quei lavori e realizzare opere di abbattimento di una barriera architettonica presente nello spazio di marciapiede antistante il bar di proprietà di un congiunto del consigliere comunale, facendo sostenere l’intero importo al Comune”, come scriveva ancora il gip del Tribunale di Trapani.

“La contropartita al solerte operato di Catalano era stata poi determinata dal consigliere comunale che, pur avendo un impedimento fisico, era stato immancabilmente chiamato a votare a favore del “piano rifiuti” predisposto in quel periodo dall’amministrazione comunale”. “Atto questo di particolare valenza politica per la maggioranza di governo dell’Ente”, diceva il giudice.

Catalano, espletate le formalità di rito, era stato sottoposto agli arresti domiciliari, con applicazione del braccialetto elettronico, nella sua abitazione ed era tornato in libertà solo lo scorso mese di luglio in vista del patteggiamento.

Per la stessa accusa alla base della condanna odierna di Catalano proprio Miceli – tramite i propri legali – ha scelto di difendersi in Tribunale con il rito ordinario.

Aggiornamento ore 16
Nuovi particolari sulla condanna di stamane di Angelo Catalano: l’ex vice sindaco e assessore comunale di Erice, che ha recentemente cambiato avvocato difensore, ha manifestato, anche oggi in udienza l’intenzione di non patteggiare più ma questa possibilità non gli è stata concessa dal giudice.
Catalano ha fatto sapere che, perciò, ricorrerà in Cassazione. Intanto, oggi pomeriggio alle 16.30, ha indetto un incontro con la stampa nel suo studio professionale a Trapani di cui vi daremo resoconto.