Coronavirus, i sindaci del Trapanese scrivono a Musumeci: “Servono più tamponi”

“In questo periodo così difficile, che ci vede tutti impegnati a fronteggiare la grave emergenza
sanitaria che sta investendo la nostra Regione, a causa della diffusione del virus covid-19, sentiamo
fortemente il dovere, come sindaci dei Comuni della ex Provincia Regionale di Trapani, oggi
Libero Consorzio dei Comuni, di rivolgerci a lei per manifestare le drammatiche difficoltà che
viviamo, insieme a molti dei nostri concittadini”.

Lo dicono i sindaci del Trapanese che, nella una nota inviata al presidente della Regione Nello Musumeci, definiscono “inaccettabile che, in piena emergenza sanitaria, si possano riscontrare gravi difficoltà nell’eseguire i tamponi rinofaringei, in quanto informati dall’Asp di Trapani della non reperibilità dei reagenti”.

I primi cittadini sottolineano che, per questo motivo, “i soggetti in pre-ricovero o in regime di quarantena devono
prolungare lo stato di isolamento a tempo indefinito (Ordinanza 7, art.1 comma 3), con tutte le problematiche che ne conseguono e le gravi difficoltà di gestione territoriale”.
“Altrettanto drammatica – si legge nella nota – è la problematica legata a tutte quelle persone con patologie
oncologiche che non hanno la possibilità di effettuare le terapie mediche da protocollo in quanto non possono accedere alle strutture ospedaliere se non prima di aver effettuato il tampone”.

I sindaci, nel ribadire il loro “dovere di tutelare e salvaguardare la salute dei cittadini”, chiedono a Musumeci “con determinazione un suo autorevole intervento per adottare, al più presto, tutte le iniziative possibili finalizzate al reperimento di ciò che serve per continuare ad effettuare i tamponi, fondamentali per contenere nei nostri territori il diffondersi del contagio del virus e le sue nefaste conseguenze. Siamo fiduciosi – concludono – che non mancherà il suo fondamentale apporto, perché oggi più che mai, abbiamo necessità di dare risposte immediate, per garantire a tutti i cittadini il bene primario della salute”.