Sulla base del parere del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Coronavirus in Sicilia, l’Assessorato regionale alla Salute ha disciplinato le procedure sanitarie per quanti hanno fatto rientro nell’Isola dal 18 maggio al 2 giugno compreso. Dal 3 giugno scorso, con l’ordinanza del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, è infatti venuto meno l’obbligo della quarantena per chi arriva da altre regioni.
Nella circolare inviata ai direttori delle Asp, l’Assessorato suddivide questa cittadini in tre gruppi specificando precise modalità sanitarie frutto del parere del Cts.
Coloro che hanno fatto ingresso in Sicilia prima del 29 maggio possono essere, immediatamente, sottoposti a tampone rinofaringeo, con la facoltà di interrompere l’isolamento domiciliare in caso di esito negativo.
Per chi è rientrato tra il 29 maggio e il 2 giugno le Usca territorialmente competenti effettueranno un follow-up contattando i cittadini al telefono per il triage ed è necessario compilare di un’autocertificazione. Se dalla valutazione clinica non emergeranno elementi riconducibili alla Covid-19 si potrà interrompere l’isolamento domiciliare.
Coloro che hanno fatto ingresso in Sicilia a partire dal 3 giugno sono integralmente esonerati, in ottemperanza a quanto disposto a livello nazionale, dall’osservanza dell’isolamento domiciliare e del tampone rinofaringeo.
Gli esperti hanno rilevato che “la mediana del periodo di incubazione della Covid-19 è di 7-8 giorni e la possibilità di identificare la presenza di Rna virale mediante il tampone in un paziente infetto precede di 1 o 2 giorni l’esordio dei sintomi, collocandosi, quindi, temporalmente a 6 o 7 giorni dopo che del virus si è insediato nelle vie aeree. Pertanto un test eseguito eccessivamente a ridosso del momento dell’infezione (tra il primo e il settimo giorno della avvenuta trasmissione) rischierebbe di risultare negativo per difetto di sensibilità della metodica”.
Inoltre l’assetto epidemiologico della Covid-19, in Sicilia si è progressivamente modificato negli ultimi dieci giorni, rivelando un significativo declino del numero dei casi. Pertanto, chi è giunto in Sicilia dopo il 28 maggio, si inserisce all’interno di un contesto epidemiologico assai più favorevole rispetto a chi è giunto precedentemente.