Coronavirus e aumento dei prezzi, in allarme cittadini e associazioni di categoria

In tempi difficili, la storia e l’economia ce lo insegnano, c’è chi ci perde e c’è chi ci guadagna. Accade anche oggi, mentre l’intera popolazione è in allerta nel seguire l’evoluzione della diffusione del coronavirus, con i prezzi – ad esempio – di alcuni prodotti.

Non si tratta, come già venuto alla luce nei primi giorni dell’emergenza, di aumenti che riguardano solo i dispositivi individuali di protezione da utilizzare contro il coronavirus, come mascherine, disinfettanti o guanti, ma anche di aumenti dei prezzi nel campo alimentare. Il fenomeno potrebbe avere una spiegazione laddove, ad esempio, d fronte ad una domanda molto alta e ad un’offerta ridotta, il prezzo della merce aumenti. Ma non è proprio così perchè, secondo le associazioni di categoria, le forniture sono regolare e, allora, per la legge può essere reato vendere a prezzi alti speculando sul Coronavirus.

Anche nel Trapanese ci sono cittadini che lamentano di aver trovato rincari non giustificati presso negozi di alimentari e supermercati e, da questo punto di vista, tutti invocano maggiori controlli. La Guardia di Finanza, anche nel nostro territorio, sta svolgendo verifiche e ha denunciato alcuni commercianti  che tenevano aperti i loro negozi in spregio alle ultime disposizioni del governo. Dalle Fiamme Gialle si invitano i cittadini a segnalare al 117 i casi di speculazione, a tutela degli interessi della collettività. Si invitano, inotre, i cittadini conservare gli scontrini relativi agli acquisti in modo da poterli, eventualmente, mostrare a prova di quanto affermato.

In questo momento di difficoltà è fondamentale garantire la stabilità dei prezzi lungo tutta la filiera per bloccare ogni tentativo di speculazione a danno dei consumatori e degli agricoltori”, ha affermato, nei giorni scorsi, la Coldiretti in rifermento ai dati Istat sull’inflazione a febbraio 2020 che evidenziavano una sostanziale stabilità dei prezzi alimentari (+0,3%) nella prima fase dell’emergenza coronavirus rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

“Con i cittadini in fila proprio per acquistare gli alimenti base della dieta occorre assicurare – sottolinea la Coldiretti – l’approvvigionamento della popolazione con una equa distribuzione del valore lungo la filiera, evitando rincari al consumo e ribassi ingiustificati alla produzione dove le forniture sono assicurate dal lavoro di 740mila aziende agricole e stalle. A preoccupare è, tra l’altro, l’andamento dei prodotti freschi, con i vegetali che registrano nelle quotazioni all’origine – precisa la Coldiretti – un brusco calo a due cifre, al di sotto dei costi di produzione che mettono a rischio il futuro delle imprese”.

In queste condizioni è importante il richiamo alla responsabilità fatto dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha annunciato “l’impiego della Guardia di Finanza per intervenire duramente contro i comportamenti speculativi di chi impone prezzi fuori mercato o lucra condizioni di vantaggio nelle produzioni di beni di prima necessità”.

Sono quasi 4 Italiani su 10 (38%) quelli che hanno fatto scorte di prodotti alimentari e bevande per il timore ingiustificato di non trovarli più disponibili sugli scaffali di negozi, supermercati e discount, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’.

“La scelta – sottolinea la Coldiretti – è stata quella di privilegiare alimenti semplici alla base della dieta mediterranea con una grande attenzione, però, alla conservabilità che ha favorito gli acquisti di prodotti in scatola. Se la farina, con un balzo dell’80% rispetto alla media del periodo, è stata il prodotto più acquistato sul podio, dal 24 febbraio all’8 marzo sono aumentati gli acquisti – precisa la Coldiretti – di carne in scatola (60%) e legumi in scatola (55%). A finire nel carrello della spesa degli Italiani sono stati soprattutto, nell’ordine – continua la Coldiretti – la pasta, con un +51%, e il riso, con un +39%, ma si registra una crescita del 39% anche per le conserve di pomodoro, mentre le vendite dello zucchero salgono del 28%, quelle dell’olio di oliva del +22%, il pesce surgelato del 21% e il latte Uht del 20%.

Una particolare attenzione è stata anche riposta dai consumatori alla provenienza dei prodotti acquistati, con un deciso orientamento a sostenere il Made in Italy per aiutare lavoro ed economia. Un obiettivo sostenuto, secondo l’indagine Coldiretti/ixe’, dalla grande maggioranza dei consumatori (82%) che è d’accordo sul fatto che in questa fase è importante acquistare prodotti italiani per tutelare una filiera agroalimentare che dal campo alla tavola garantisce all’Italia il primato nella qualità e nella sicurezza alimentare.

Un obiettivo sostenuto dalla campagna #MangiaItaliano lanciata dalla Coldiretti alla quale stanno aderendo numerosi volti noti della televisione, del cinema, dello spettacolo, della musica, del giornalismo, della ricerca e della cultura.