Chiude al pubblico il cimitero di Trapani. Il sindaco Giacomo Tranchida ha ordinato l’interdizione dell’accesso alle aree cimiteriali al pubblico restando lo stesso consentito esclusivamente al personale comunale addetto e alle imprese esercenti servizi funebri, fatti salvi i casi di comprovata necessità ed urgenza.
L’ordinanza sindacale, già esecutiva, sottolinea che le imprese esercenti i servizi funebri, iscritte all’Albo di Fiducia comunale, garantiranno l’erogazione dei servizi di trasporto, ricevimento, inumazione, tumulazione, cremazione delle salme agendo in via sostitutiva ricevendo delega espressa dai familiari del defunto, come per altro da prassi consolidata, avanzando le istanze di tumulazione, di inumazione etc. esclusivamente a mezzo e-mail e/o PEC; riferendo sul loculo individuato dai familiari; accompagnando, unitamente ai familiari (solo parenti diretti padre, madre, figli e fratelli) il il feretro fino al deposito e fino al luogo del seppellimento e ponendo in essere qualunque azione utile, facendo da tramite, per consentire un dignitoso e condiviso con i familiari seppellimento delle salme.
Gli utenti interessati potranno attivare interlocuzioni con gli uffici del Servizio Cimitero sia telefonicamente sia per posta elettronica che utilizzando i contatti disponibili sul sito istituzionale del Comune di Trapani.
“Mi spiace molto – afferma il sindaco Tranchida -, anche io ho una anziana a casa, mia madre, e come tutti i meridionali siamo molto legati ai nostri cari scomparsi, però non credo che i nostri defunti possano offendersi se non dovessero ricevere per qualche settimana un fiore sulla propria tomba: saremo costretti a fare una preghiera da casa. Sono sicuro che loro saranno contenti se staremo bene”.
L’accesso delle salme, anche provenienti da altri comuni, è consentito solo ed esclusivamente dalle ore 9 alle ore 13 dal lunedì al sabato, domenica e giorni feriali escluso.
“Siamo in guerra contro questo virus – continua il primo cittadino – e ci possiamo difendere solo stando a casa. Il nostro nemico siamo noi stessi nel momento in cui rischiamo di essere contagiati e di portare il virus in giro. Stando a casa, noi questa guerra la possiamo vincere”.
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