Veloci e indolore: questi sono i responsi del Consiglio comunale di Trapani di questo pomeriggio dove sono stati approvati tre debiti fuori bilancio (molto diversi tra loro).
Sicuramente quello più consistente e rilevante è stato il primo. Si trattano di 111 mila, 636 euro e 94 centesimi. Fondi che saranno utilizzati per l’espletamento del servizio di ricovero e mantenimento per i cani randagi trasferiti presso il canile di Mimiani di Caltanissetta.
Torna quindi prepotentemente di attualità il problema del canile che nei giorni passati ha visto anche la Lega Nazionale per la Difesa del Cane attaccare con un duro comunicato stampa il Comune.
Un’opera pubblica che poteva essere un modello – si legge nel comunicato – della rischia invece di restare una cattedrale nel deserto o, peggio, un lager in cui gli animali saranno in costante emergenza sanitaria. Dopo anni di contestazioni e battaglie, LNDC presenta esposto alla Procura e Corte dei Conti.
I lavori per la realizzazione del canile comunale di Trapani – continua la nota – sono stati avviati da tempo grazie a un finanziamento di 4 milioni di euro. La struttura sorge in località Cuddia, a circa 25 km dal capoluogo e a pochissima distanza da una discarica di rifiuti. L’ubicazione del canile è stata da sempre la prima criticità evidenziata dalla Sezione LNDC locale che, tramite diverse lettere scritte nel corso degli anni, ha cercato di portare all’attenzione delle istituzioni questa e altre problematiche.
“La somma a disposizione dell’Ente avrebbe consentito di creare una struttura che fosse un vero e proprio fiore all’occhiello e un modello per gran parte del sud Italia”, afferma Antonino Giorgio – Presidente della Sezione LNDC di Trapani. “Eppure, questo posto rischia di diventare l’ennesima cattedrale nel deserto se non addirittura un lager in cui gli animali resteranno a vita e in costante emergenza sanitaria.”
La distanza dalla città, infatti, renderebbe il canile di difficile fruizione da parte della cittadinanza con conseguente difficoltà nella promozione delle adozioni degli animali ospitati. Inoltre, dal sopralluogo effettuato nel mese di luglio da volontari LNDC insieme a rappresentanti del Comune e volontari di altre associazioni, sono emerse diverse altre criticità gravi. Innanzitutto, la struttura presenta numerosi difetti di costruzione che non assicurano il benessere degli animali che dovranno essere ospitati in quanto – in caso di pioggia – il fango invade la zona in cui i cani dovrebbero essere al coperto. Inoltre, le reti e le recinzioni non sembrano essere in grado di garantire la sicurezza e l’incolumità dei cani. In più il canile non è collegato alla rete idrica, quindi l’approvvigionamento di acqua sarebbe affidato ad autobotti e alla raccolta di acqua piovana. Infine, la vicinanza alla discarica potrebbe causare un problema di salubrità che non sembra essere stato oggetto di indagine finora.
“Abbiamo quindi presentato un esposto alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti affinché si verifichi la correttezza dei lavori svolti e dell’utilizzo dei fondi pubblici a tale scopo”, conclude Antonino Giorgio.
“È desolante pensare che anche questa sarà con tutta probabilità un’occasione sprecata, quando invece c’erano tutte le promesse per realizzare una struttura modello in una Regione tanto bella quanto drammaticamente segnata dalla piaga del randagismo. Confido che la magistratura faccia i dovuti controlli e individui le responsabilità di eventuali errori”, commenta Piera Rosati, Presidente della LNDC.
Una nota che è stata citata anche durante la discussione in aula: il capogruppo di Demos Pellegrino, dopo aver dichiarato che il gruppo avrebbe votato favorevole, ha espresso il proprio pensiero sulla situazione.
“Al di là del ricorso in procura da parte della Lega Nazionale per la Difesa del Cane – afferma Pellegrino – , bisogna che si chiedano le relative autorizzazioni per far finalmente partire il canile”.
Riguardo i problemi della struttura, Pellegrino dichiara: “Quello più grosso è la mancanza dell’acqua corrente. Nel 2011 era stato proposto di trasferire il canile in un’altra area, più comoda e vicina, confiscata alla mafia ma non se ne fece nulla. Inizialmente erano anche stati stanziati i fondi per l’allaccio alla rete idrica che renderebbe di fatto autonoma la struttura”.
Un allaccio però non comodissimo: la distanza tra la struttura di contrada Cuddia e la linea pubblica di approvvigionamento è di circa 8 chilometri.
“Trapani in quella zona – sottolinea il capogruppo di Demos – ha anche la discarica di Borranea gestita dalla Trapani Servizi, società partecipata del Comune di Trapani. Ogni giorno per rifornire la struttura inviamo una autobotte che è fondamentale per il funzionamento dei macchinari. Qualora fosse realizzata questa condotta, la stessa potrebbe portare acqua anche alla discarica. Penso che si debba realizzare il prima possibile”.
Successivamente tutti i capigruppo di maggioranza hanno manifestato la volontà nel votare positivamente alla proposta di riconoscimento del debito fuori bilancio. Diciannove votanti, 16 voti favorevoli e 3 contrari (Cavallino, Trapani e La Barbera).
La seconda parte del consiglio comunale ha visto una lunga serie di scaramucce tra la maggioranza e i componenti del Movimento 5 Stelle. Particolarmente intensi gli interventi di Mazzeo e Trapani. Insomma, i nuovi scalpitano e vecchi bacchettano: nulla di nuovo al mondo ma sicuramente situazioni intriganti per il gossip politico. Tante parole e poca sostanza. In ogni caso non ha trovato intoppi neanche l’approvazione del secondo atto deliberativo.
Molti hanno affermato come fosse un atto dovuto. Si trattano infatti di fondi non quantificati per ciò che riguarda i minori non accompagnati. In pratica sono soldi che arriveranno dallo Stato e che il Comune girerà ai professionisti che hanno lavorato nel settore.
In questo caso il trio Cavallino, Trapani e La Barbera si è astenuto. Tutti gli altri presenti hanno votato a favore.
La terza variazione di bilancio è stata invece approvata all’unanimità: 437 euro per spese legali.
La prossima seduta sarà giovedì alle 18.
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