Commemorazione Giangiacomo Ciaccio Montalto: tra memoria, alberi e musica

TRAPANI. Una grande festa con musica e parole, tante parole. Ma soprattutto tante facce giovani. L’Albero della Memoria, un’opera in ferro dell’artista Massimiliano Errera, campeggia nella villa Margherita, il giardino buono della città che d’estate si trasforma in teatro. Con quella musica lirica che tanto amava Giangiacomo Ciaccio Montalto.

Sono passati 36 anni da quanto il giudice trapanese fu ucciso a Valderice. Presente la figlia di Montalto, Marene.
«Questo non deve essere solo un momento di ricordo e memoria – afferma il sindaco Giacomo Tranchida – ma viene posto a fondamento di una rinnovata speranza, oserei dire una promessa d’amore, da parte dei più giovani cittadini trapanesi. Una pianta con il volto stilizzato del giudice Giangiacomo Ciaccio Montalto nel luogo d’eccellenza di incontro delle famiglie trapanesi».

Marene Montalto, visibilmente emozionata, ha ringraziato tutti i partecipanti alla commemorazione ed ha donato alla città la tesi di laurea di Giangiacomo Ciaccio Montalto. Presenti rappresentanze scolaresche del territorio, in apertura, una lettera dedicata al giudice Montalto, è stata letta da un’alunna dell’istituto “Bassi-Catalano”, Giorgia Diana, della terza H.

«Vogliamo rivolgerci a te – legge la giovane Giorgia – , con la confidenza del nostro affetto e così, ti diciamo: “Caro”, giudice, noi speriamo che tu ci guardi dall’alto, in questo momento dedicato a te. Siamo tutti qui, autorità, cittadini e noi, giovanissimi studenti. Queste le nostre parole – continua -: alla nostra età, si pensa sempre che le cose brutte, la gente cattiva, la morte, siano realtà distanti da noi.

Se guardiamo i nostri paesaggi, come la valle di Valderice, di solito, pensiamo solo a cose belle e invece, è triste pensare che lì qualcuno ha messo fine alla tua vita, privandoci di un uomo giusto, magari se fossi ancora qui, saresti anche venuto a scuola da noi e ti avremmo incontrato e ci avresti insegnato cosa siano il coraggio e l’amore per la giustizia. Sappiamo – aggiunge l’alunna -, che eri coraggioso e di animo gentile.

Perciò non ci resta che dire, a malincuore, pazienza, però sappi che per noi sei vivo, il male, è solo stupidità, il tuo ricordo e questo bel momento odierno dedicato a te, illuminano e riempiono di luce questo nostro giorno, la nostra vita, e – conclude – rafforzano in noi la speranza, e l’idea, che il buio ha sempre un tempo limitato e la luce trionfa sempre. Grazie di esserci stato». Parole che hanno colpito tutti.