Non cessa di alimentare polemiche la chiusura della Base navale della Polizia Penitenziaria sull’isola di Favignana. A nulla sono valse le interrogazioni parlamentari e le decine di note diffuse da parte delle sigle sindacali per scongiurare – come è avvenuto in ossequio alla legge Madia – la Base dopo 34 anni di attività.
“Nemmeno il Ministro della Giustizia nato in provincia di Trapani – si legge in una nota diffusa dal SAPPE – né un Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nato a Trapani, si sono opposti alla chiusura, dando la sensazione – ai poliziotti penitenziari trapanesi e favignanesi che avevano votato il cambiamento – di essere politici deboli che nemmeno sanno difendere gli interessi del loro territorio. Nemmeno l’esame obiettivo dei costi/benefici ha fatto cambiare idea ai vertici dipartimentali. Il 15 maggio 2019, nonostante la Commissione all’uopo delegata, o meglio, catapultata a Trapani dopo l’interrogazione dell’onorevole Varchi (che a quanto pare ha dato molto fastidio al nostro Capo del DAP – così si sussurrava tra i corridoi del Palazzo), è stata scritta la parola fine ad un presidio di sicurezza al servizio del Nucleo traduzioni di Trapani”.
“Non è bastato – prosegue la nota – nemmeno fornire i dati recenti delle traduzioni ovvero che nei primi 5 mesi dell’anno erano stati movimentati ben 100 detenuti. Meno di cento euro, con la pilotina, il costo di una traduzione da Trapani a Favignana e viceversa per portare i detenuti in Tribunale, all’ospedale”.
Da ora in poi le traduzioni dei detenuti avverranno con i mezzi di linea con le inevitabili criticità e rischi per la sicurezza su una tratta utilizzata, specie nei mesi estivi, dai numerosi i turisti che arrivano sulla maggiore delle Egadi, e costeranno allo Stato circa 400 euro (un costo forfettario calcolato per biglietti, missioni, straordinari e buoni pasto).
Stamane il sottosegretario Maurizio Santangelo – in una nota diffusa alla stampa ha dichiarato: “Nell’ultimo anno ho ascoltato con molta attenzione le istanze della Polizia Penitenziaria in merito alla chiusura della base navale di Favignana. Mi sono relazionato sulla questione con il Sottosegretario alla Giustizia Vittorio Ferraresi e con lo stesso Ministro Alfonso Bonafede per comprendere se tale decisione potesse essere modificata. Entrambi hanno affrontato la questione con estrema serietà ed attenzione, ascoltando con sensibilità il territorio ma, purtroppo, al momento non ci sono le condizioni per poter superare i dettami della legge Madia, cosa che speriamo si possa fare nel futuro”.
“Purtroppo, questa vicenda – ha proseguito l’esponente trapanese del M5S – a qualche giorno dalle elezioni europee, viene strumentalizzata proprio da chi invece di rappresentare i bisogni e le esigenze dei lavoratori nella modalità più consona per raggiungere l’obiettivo, la utilizza per attacchi politici contro il Movimento 5 Stelle e questo Governo. Non posso nascondere il mio rammarico, ma, al netto degli attacchi della UIL di Trapani, ci tengo a sottolineare che la nostra volontà di trovare una soluzione per la base di Favignana ed i lavoratori impiegati rimane fortissima”.
Sul punto interviene Gioacchino Veneziano, segretario regionale Uilpa Polizia Penitenziaria, ha avuto parole dure contro le scelte dell’attuale governo nazionale.
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“La cancellazione da parte di questo governo (“del non cambiamento”) – ribatte la deputata nazionale Carolina Varchi di Fratelli d’Italia, che alcuni mesi fa ha presentato un’interrogazione e lo scorso 23 aprile era stata in visita sulla motovedetta della Polizia Penitenziaria impiegata a Favignana – è la dimostrazione pratica non soltanto della miopia politica ma anche della incapacità gestionale nell’ottica di un contenimento dei costi”.
“Questi governanti del falso cambiamento – prosegue Varchi – invece di procedere con criterio, si sono limitati all’applicazione della legge Madia che ha ridotto all’osso gli organici della Polizia Penitenziaria e cancellato la Base Navale di Favignana dopo 34 anni”.
“Avevamo fatto un esame chiaro ed obiettivo dei costi/benefici – aggiunge la deputata di Fratelli d’Italia – fornendo i dati sui trasferimenti nei primi mesi del 2019 e dimostrando che le spese con la chiusura sarebbero soltanto aumentate”. Varchi ricorda che il servizio navale della Polizia penitenziaria con i propri mezzi ha svolto nell’ultimo triennio un consistente numero di traduzioni: nel 2016, 135 traduzioni per un totale di 289 detenuti tradotti; nel 2017, 151 traduzioni con 287 detenuti tradotti; nel 2018, 150 traduzioni per un totale di 256 detenuti tradotti.
“Il personale della Polizia penitenziaria della Base navale di Favignana – spiega la deputata di Fratelli d’Italia – è un importante presidio anche sotto il profilo della sicurezza per gli abitanti del luogo, rappresenta infatti una presenza autentica dello Stato in un’isola che già soffre le naturali condizioni geografiche di isolamento, aggravate dalla mancanza, in orario notturno, di mezzi che garantiscano la possibilità di trasferimenti. Sono stati gli stessi cittadini di Favignana – conclude – a sottoscrivere in centinaia una petizione per sostenere la richiesta di permanenza della base navale che questo governo miope cancella facendo anche false promesse di rivalutazione del provvedimento”.