CHICCAMURRIA – Voglio i tre alberi partoriti miei!

Quando nel 2002 nacque il mio ultimo figlio, il nonno colmo d’orgoglio perché gli avevamo dato il suo stesso nome, corse a piantare un albero nel suo giardino alla base dello stesso fece poi scolpire una scritta che riportava il nome latino dell’albero ed il nome di suo nipote. E’ stato un gesto d’amore, oltre che di fierezza che ha legato indissolubilmente nonno e nipote e che è ancora lì, alto e forte a ricordare quotidianamente a mio figlio la prepotenza di un sentimento che ha superato i confini della nostra transitorietà.

Questo gesto arbitrario e probabilmente superfluo in un giardino già ricco d’alberi ed altra vegetazione, è in realtà un vero obbligo per tutti i comuni italiani. È del 1992 la legge n. 113 firmata da Cossiga ed Andreotti, secondo la quale tutti i comuni italiani devono piantare un albero per ogni bambino che viene al mondo. La stessa legge è stata poi rinnovata nel 2013 ma il suo difetto è che non prevede sanzioni per i comuni inadempienti. Peccato! Perché dal ’92 ad oggi il comune di Erice avrebbe avuto l’opportunità di operare il rimboschimento necessario a recuperare tutto quel che abbiamo perduto con gli incendi ma anche e soprattutto a prevenire quelle frane che hanno obbligato allo sfollamento delle abitazioni a valle in almeno un paio di circostanze negli ultimi 5 anni…

A quanto pare però è già pronto un disegno di legge, il n.549/2018 che prevede controlli efficienti affinché i comuni ottemperino quest’obbligo, pena provvedimenti da parte della prefettura. Lo stesso disegno di legge chiede che le piantumazioni avvengano anche per ogni decesso dei cittadini sotto i 50 anni. Mi chiedo perché i comuni perdano questa lungimirante opportunità di fare qualcosa di profondamente utile per il territorio e per il genere umano in generale. Sento la necessità di invitare tutti quanti a richiedere al comune di nascita la piantumazione dell’albero per ciascuno dei propri figli almeno quelli nati dal 1992 ad ora. Metti che finalmente si riuscisse a concentrarci sui pendii della mia meravigliosa Erice, metti che nel giro di un paio d’anni ci rifacciamo le pinete, ci riempiamo di ossigeno! Guarda sarei anche disposta a cedere un certo numero di nati al limitrofo comune di Trapani per creare delle favolose aree verdi anche lì. Amministrazioni, sappiate che sto venendo ad esigere i tre alberi di mia competenza, al limite ve ne posso venire a scontare uno, quello che si accollò mio suocero, ma li voglio: voglio i tre alberi partoriti miei!