Una volta solo il clero aveva il tempo e gli strumenti per approfondire le proprie conoscenze. Solo i preti imparavano a leggere e ai monaci era affidato il compito di copiare per cui già questa lenta e faticosa operazione forniva loro un grado di cultura, stimoli e spunti di riflessione che il resto della gente non aveva modo o tempo di condividere, perché impegnata a zappare o a costruire o far la guerra o a far baldoria. Era quindi al clero che ci si rivolgeva per dirimere questioni, per comprendere, per trovare conforto. Un prete poteva, avendo letto di più, aiutare e dare consigli allo scioccato, all’addolorato, allo stanco, all’afflitto, all’iracondo.
Ma, ragazzi miei, le cose grazie al cielo e al progresso, nel tempo sono cambiate e lo sappiamo dalla quarta elementare, quando abbiamo studiato l’avvento della stampa e la faccenda della Scola Palatina. Insomma quasi 1000 anni fa nacquero le università e le professionalità che si sono moltiplicate e specializzate. Medicina, giurisprudenza, antropologia e poi neuropsichiatria, psicologia… Non è escluso che un prete si sia laureato oltre che in teologia anche in una di queste materie pluridisciplinari, ma è anche implicito che la fede imponga certi limiti alla conoscenza scientifica. Ora, cosa mi suggerisce questa ennesima elucubrazione? Si tratta della profonda Dicotomia tra il concetto di “corso di aggiornamento” ed il concetto di “esorcismo e preghiera di liberazione”. Mi chiedo: ma cosa prevede concretamente questo “nuovo che avanza”?
Mi andai a guardare il progetto sulla pagina del MIUR; è redatto come tutti gli altri progetti: ci sono le premesse che ne spiegherebbero l’utilità, i destinatari, l’oggetto di studio, gli strumenti di studio, le finalità… Non sono perplessa, sono basita. Ma viatri vero state dicendo?!!!
Riporto paro paro quello che ho letto:
Il corso si propone di descrivere, analizzare e comprendere gli aspetti peculiari del ministero dell’esorcismo e della preghiera di liberazione, approfondendo sia le tematiche direttamente connesse alla pratica dell’esorcismo e a una sua corretta prassi, sia tematiche collaterali (antropologiche, mediche, psicologiche, farmacologiche, criminologiche, legali, ecc.).
– Saper comprendere le diverse richieste che provengono dall’ambito esterno per indirizzarle verso le professionalità necessarie ad affrontarle in maniera adeguata.
– Saper svolgere e trasmettere un adeguato approfondimento culturale sulle tematiche inerenti alla pratica dell’esorcismo o ad essa collegate.
– Saper distinguere tra pratiche corrette e accettabili e pratiche scorrette e non accettabili, poste in essere nei diversi ambiti a cui fa riferimento il ministero dell’esorcismo.
Cioè, le tematiche collaterali dell’esorcismo: mediche, farmacologiche, psichiatriche, legali!
E ora mi rivolgo a ogni singolo membro del MIUR: ma fatevi vedere da uno bravo!!!