Celebrata a Trapani la messa in onore di San Michele, patrono della Polizia di Stato

Celebrata oggi a Trapani, nella chiesa di Santa Maria dell’Itria, la messa in onore di San Michele Arcangelo, protettore e patrono della Polizia di Stato. Ad officiare la celebrazione è stato il vicario generale della Diocesi, don Alessandro Damiano, alla presenza del questore Claudio Sanfilippo, del sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, del prefetto Tommaso Ricciardi e di altre autorità civili e militari cittadine.

“Il vostro lavoro di contrasto al crimine, da quello organizzato a quello spicciolo. che si manifesta nelle varie forme di prevaricazione, truffe, bullismo, violenza sulle donne, corruzione, attentati al patrimonio artistico – ha detto nel corso della sua omelia don Damiano – tutto ciò è farsi ‘prossimi’ a coloro che soccombono sotto qualsivoglia violenza. E’ essere collaboratori, alleati di san Michele nella lotta contro il ‘Male e i suoi galoppini su questa terra’. Valori come l’amore fraterno, il rispetto di ogni persona, dei malati e dei bambini, hanno cambiato e progressivamente cambiano la società: quando mettiamo in pratica la carità, essa cambia il mondo e la storia, anche se non ci accorgiamo subito dei suoi effetti”.

“Ogni volta che, sull’esempio del vostro Patrono, San Michele Arcangelo, vi opponete a tutto ciò che ferisce o distrugge l’uomo – ha proseguito il vicario generale della Diocesi di Trapani – voi praticate la carità, contribuite a costruire una città più umana, a favorire la realizzazione del Regno di Dio, spesso pagando un tributo di sangue, lasciando mariti o mogli nella disperazione, figli orfani”.

Come recita la Preghiera del Poliziotto a san Michele, si chiede all’Arcangelo di essere “forti e generosi” per “assicurare ai cittadini concordia, onestà e pace affinché – nel rispetto di ogni legge – sia alimentato lo spirito di umana fraternità”, consapevoli della fragilità della natura umana ci si affida al Patrono per coltivare la rettitudine delle menti, per sostenere la forza di volontà e mantenere l’onestà degli affetti”.