C’è anche il carabiniere Daniele Spagnolo, 30 anni, di Salemi, tra i militari dell’Arma coinvolti nell’inchiesta a Piacenza su torture, spaccio di stupefacenti e violenza nella caserma “Levante”, adesso definita “degli orrori”.
Il militare è in custodia cautelare in carcere. Tra gli episodi che gli vengono contestati nell’ordinanza firmata dal gip ci sono l’uso per fini personali di auto di servizio, false attestazioni e omissioni in verbali su operazioni di servizio, arresti illegali e perquisizioni arbitrarie insieme ad altri colleghi.
Complessivamente sono quattro i siciliani coinvolti, tra cui il comandante della Stazione Piacenza Levante Marco Orlando, maresciallo maggiore originario di Petralia Sottana, finito agli arresti domiciliari; il 31enne finanziere Marco Marra, destinatario della misura dell’obbligo di firma, accusato di rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio, e il 37enne appuntato dei Carabinieri Salvatore Cappellano, finito in carcere, entrambi originari di Catania.
Dalle carte del gip Luca Milani, emergono episodi di violenza, spaccio, ma anche un’orgia in caserma. In una intercettazione Giuseppe Montella, uno dei carabinieri arrestati, racconta al figlio undicenne le sue gesta: “Ieri mi sono fatto male… ho preso un piccolo strappo… perché ho corso dietro a un negro”. Il figlio poi gli chiede: “L’hai preso poi? Gliele avete date? Chi eravate? Chi l’ha picchiato?”. “Eh, un po’ tutti”, è la risposta dell’appuntato.
Una vicenda che promette ulteriori sviluppi: a cominciare da quanto emergerà dai colloqui con le tante persone informate sui fatti, soprattutto colleghi degli arrestati, che verranno sentiti nelle prossime settimane.
Gli interrogatori di garanzia agli indagati, intanto, sono previsti tra oggi e sabato in carcere, dove i carabinieri sono attualmente tenuti in isolamento, tranne che per il maresciallo comandante della stazione che è agli arresti domiciliari.
All’inchiesta della Procura di Piacenza, partita dalla segnalazione dell’ex comandante del Nucleo investigativo provinciale, il maggiore Rocco Papaleo, si sono aggiunte quella della Procura Militare di Verona, competente su Piacenza, che come riferito dal procuratore Stanislao Saeli ha già “ravvisato gli estremi per reati militari”, e quella interna alla stessa Arma della quale ha parlato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, “per accertare se vi sono stati elementi di criticità nei controlli e più complessivamente nell’organizzazione della realtà territoriale di Piacenza. Un lavoro che verrà fatto in maniera molto esigente e molto scrupolosa. Voglio che non vi sia alcuno spazio di ambiguità e di sospetto – ha detto il ministro – che possa alimentare, anche minimamente, da parte dei cittadini sfiducia verso l’Arma dei Carabinieri”.