Ha registrato l’adesione del 100% dei poliziotti penitenziari in servizio al “Pietro Cerulli” di Trapani la protesta indetta dai sindacati di categoria che prevede, dallo scorso 13 giugno, l’astensione dal consumare i pasti alla mensa del carcere trapanese.
Ciò, dicono i segretari di CGIL FP, FNS CISL UILPA Polizia Penitenziaria, SAPPE, OSAPP, SINAPPE, USPP e CNPP, “deve fare ben comprendere al Ministro e all’Amministrazione Penitenziaria che il personale è ormai allo stremo ma, soprattutto, la grande consapevolezza che i problemi di gestione dell’emergenza al carcere ricadono sempre e solo sulle spalle della Polizia Penitenziaria che combatte nelle trincee penitenziarie e nei servizi di scorta e traduzioni”.
Con questa dichiarazione i sindacati confermano la prosecuzione delle iniziative di lotta che culmineranno con l’istallazione di una tenda davanti alla Prefettura di Trapani con un presidio h24.
”Pur prendendo atto della convocazione per il 25 giugno a cura del Provveditore delle carceri della Sicilia Gianfranco De Gesù siamo troppo navigati – continuano i segretari delle organizzazioni sindacali del comparto – che la generica lettera del direttore generale del Personale del Dipartimento di Roma Massimo Parisi, diramata subito dopo l’inizio dello sciopero della fame del personale di Trapani e inviata pure al prefetto, non rassicura le sigle sindacali rimandando ad una ipotesi di distribuzione sul territorio di tutta la Sicilia di un “congruo” numero di agenti degli agenti che frequentano il 175° corso”.
“Nonostante tutto – concludono i leder delle sigle sindacali della Polizia Penitenziaria trapanese – parteciperemo al tavolo delle trattative ma solo per conoscere cosa significa ‘congruo numero’, ovvero per sapere i numeri reali di Poliziotti Penitenziari che si inten destinare alla Casa Circondariale di Trapani. Rimane invariata l’iniziativa in atto della non fruizione della mensa con il proseguo del presidio sotto il palazzo del Governo di Trapani con l’installazione di una tenda”.
“Stendiamo un velo pietoso sul fatto che il direttore, finalmente trasferito ad altra sede, come se nulla fosse, pare fosse seduto in mensa a mangiare mentre i poliziotti digiunavano”, si conclude la nota.
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