Carcere: il Comandante Romano replica ai sindacati

Con una corposa nota il Comandante di Reparto Commissario Capo Giuseppe Romano replica a Gioacchino Veneziano, segretario della UIL Pubblica Amministrazione Polizia Penitenziaria.

In relazione alla nota della O.S. UIL a firma del suo segretario regionale Gioacchino Veneziano, avente per oggetto “l’impiego di personale di Polizia Penitenziaria femminile” all’interno delle Sezioni Maschili, questa Direzione intende esprimere il proprio punto di vista, considerato che la quasi totalità delle testate giornalistiche ha pubblicato pedissequamente il comunicato UIL senza dare la possibilità alla Direzione dell’Istituto Penitenziario “Pietro Cerulli” di replicare, inducendo in tal modo presso l’opinione pubblica confusione sui ruoli e sull’impiego di tale personale all’interno dell’Istituto.

La Legge 395/90 istitutiva del Corpo di Polizia Penitenziaria recita all’art.6 comma 2: Il personale del Corpo di Polizia Penitenziaria da adibire a servizi d’Istituto all’interno delle sezioni deve essere dello stesso sesso dei detenuto o internati ivi ristretti”.

Per Sezione detentiva il legislatore dell’epoca intendeva materialmente il luogo ove sono ristretti i detenuti e ove è previsto il posto di servizio di vigilanza e osservazione.

Visto l’aumento esponenziale del personale di P.P. femminile a causa dei recenti trasferimenti (che si attesta in ordine al 12% del personale presente) e la carenza di personale maschile (nota anche alla UIL) la direzione si poneva il problema dell’impiego dello stesso, ovvero se allargare il ventaglio delle possibilità d’impiego, all’interno dell’Istituto e nel rispetto della Legge, proponendo all’uopo alle sigle sindacali una serie di posti di servizio ove queste potessero prestare il loro servizio, oltre alle portinerie ormai presidiate dalle stesse.

E’ opportuno ribadire che la UIL non è l’unico sindacato presente al tavolo delle trattative e che essa rappresenta solo poco più del 14% degli iscritti su scala nazionale; ma oltre ad esso partecipano alla contrattazione altri sindacati ovvero: il Sappe,l’OSAPP, il Sinappe, la CISL che uniti al tavolo delle trattative (peraltro tavolo separato dalla UIL che tratta unitamente al CNPP) rappresentano quasi il 70% degli iscritti, quindi la maggioranza, che concordava con la proposta della Direzione di far prestare servizio alle donne, tra l’altro, presso la Sala Regia e all’ingresso di un Reparto detentivo.

Tale previsione per la quale il segretario della UIL non concordava lo indusse a presentare un documento: una circolare del 30 agosto del 1996 (quindi vecchia di 22 anni) avente per oggetto l’impiego di personale di P.P. femminile presso gli Istituti e che individuava alcuni posti di servizio dove impiegare prevalentemente tale personale, senza però “che tale elencazione di posti comprima le altre numerose possibilità di vicendevole impiego di personale”.

Infatti, ad esempio, la lista dei posti non elencava il Nucleo Traduzioni e Piantonamenti perché all’epoca non ancora previsto, dove oggi prestano servizio in tutta Italia le donne della Polizia Penitenziaria, con una movimentazione prevalentemente di detenuti di sesso maschile, senza che questo scandalizzi il segretario della UIL. La lista dei posti non elencava i piantonamenti in Ospedale, dove le donne, unitamente al personale di P.P. maschile presta regolarmente servizio; e in definitiva dopo 22 anni le cose nelle carceri erano forse leggermente cambiate.

Per correttezza, prima di impiegare in ulteriori posti di servizio il personale di P.P. femminile la direzione scriveva al superiore ufficio del Provveditorato di Palermo che con nota n.71328- P/I dell’1.10.2018 rispondeva facendo riferimento alla nota inoltrata in data 18 settembre che spettava al Direttore dell’Istituto e al Comandante di Reparto definire e disporre l’impiego del personale del relativo Reparto di P.P. nel doveroso rispetto di normativa e direttive vigenti e comunque in attuazione del famoso art.6 comma 2 di cui sopra accennato.

Orbene, nonostante la maggioranza sindacale avesse approvato l’operato della Direzione e del Comandante di Reparto, il Direttore ha ritenuto opportuno dimostrando ulteriore correttezza, nelle more dell’impiego delle donne nei nuovi posti di servizio proposti, inviare un quesito ulteriore al Provveditore per dirimere definitivamente la questione, e per il quale si è in attesa di risposta.

Il fatto che il segretario della UIL, nonostante la rappresentanza minoritaria al tavolo delle trattative abbia deciso di interessare tutto il mondo giornalistico di tale “presunto” abuso e violazione di legge, ci può solo rammaricare, vista la correttezza che ci contraddistingue nei rapporti sindacali con tutte le sigle.

Se poi il segretario della UIL vuole disquisire sulla differenza tra un Reparto (che può contenere più sezioni detentive) o una Sezione come si chiamavano i Reparti una volta o se un ingresso di un Reparto, posto a debita distanza dalle sezioni detentive, sia contestualizzato all’interno della struttura e pertanto significa sezione, o se una sala regia posta all’interno di un Reparto e in un posto ove i detenuti sono solo di passaggio in quanto le sezioni sono ai piani superiori, se ne può discutere in maniera civile, in attesa della risposta dei superiori uffici, ma approfittare del mese di ottobre (notoriamente mese dell’anno in cui si raccolgono le tessere sindacali) per fare l’ennesima campagna sindacale contro la Direzione risulta offensivo per chi ha fatto della correttezza e della trasparenza il proprio stile di conduzione di un Istituto complesso come il “Pietro Cerulli”.
Il Comandante di Reparto
Commissario Capo Giuseppe Romano