L’Ordine degli Architetti della provincia di Trapani risponde all’appello lanciato da Giacomo Tranchida per il supporto alla candidatura del capoluogo a Capitale Italiana della Cultura 2021.
“Nel corso del primo incontro operativo tenutosi presso il Palazzo di Città – afferma il presidente dell’Ordine Vito Mancuso – , memori della pregressa esperienza da noi acquisita in qualità di coordinatori della candidatura al Bando 2018 da parte dell’Unione dei Comuni Elimo Ericini, abbiamo suggerito all’Amministrazione una possibile scaletta programmatica per la stesura del dossier, impegnandoci, al contempo, a sviluppare uno dei temi del programma concertato”.
L’Amministrazione di Trapani dovrà inviare il dossier di candidatura entro il prossimo 2 marzo al Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo. Nel 2018 il territorio si era speso nella candidatura da parte dei Comuni dell’elimo ericino. E proprio d a quel documento si riparte.
“Nonostante la fitta agenda di impegni istituzionali che ci vede coinvolti per l’anno in corso – dice Mancuso – , l’Ordine degli Architetti non può esimersi, però, dal contribuire ad un progetto di valorizzazione culturale della città e della società in cui opera, ritenendo questa mission propria del codice deontologico dell’architetto e dell’Istituzione che lo rappresenta. Ecco perché per la candidatura della Città di Trapani a Capitale Italiana della Cultura 2021 abbiamo dato la nostra disponibilità, nonostante gli impegni contingenti, e come detto al Sindaco Giacomo Tranchida, con l’obiettivo di dare un ulteriore servizio alla categoria professionale che rappresentiamo, quale doveroso tributo al ruolo che hanno gli architetti nel progettare la qualità della vita. Riteniamo che Trapani nella memoria collettiva degli italiani sia un luogo che suscita curiosità e, certamente, la candidatura è una scommessa ambiziosa su cui puntare, considerato anche che il Bando 2021 ha dimezzato, per i Comuni aspiranti al titolo, il tempo utile per prepararsi al meglio alla sfida”.
L’iniziativa “Capitale italiana della cultura” è volta a sostenere, incoraggiare e valorizzare la autonoma capacità progettuale e attuativa delle città italiane nel campo della cultura, affinché venga recepito in maniera sempre più diffusa il valore della cultura per la coesione sociale, l’integrazione senza conflitti, la conservazione delle identità, la creatività, l’innovazione, la crescita e infine lo sviluppo economico e il benessere individuale e collettivo
“Il 31 gennaio 2017 – racconta il presidente dell’Ordine degli Architetti – abbiamo assistito alla proclamazione di Palermo Capitale 2018, occasione in cui il territorio trapanese dell’Unione dei Comuni Elimo Ericini, rientrato tra le dieci candidature finaliste, se l’è giocata spalla a spalla con la città vincitrice, per via dei simili contenuti del progetto di visione. In quell’occasione il ministro Franceschini dichiarò che questa iniziativa, istituita nel 2014, non è un concorso di bellezza tra le città italiane ma ha tra gli obiettivi primari quello di sostenere, incoraggiare e valorizzare l’autonoma capacità progettuale e attuativa delle città, affinché vengano recepiti, in maniera sempre più diffusa, il valore della coesione sociale, l’integrazione, la creatività, l’innovazione, la crescita e lo sviluppo economico. Inoltre, in quella sede, il ministro ha dichiarato che questa competizione virtuosa, aldilà del primato, genera un meccanismo di partecipazione condivisa. Essere nella short list è, dunque, un po’ come ricevere una nomination all’Oscar, quindi consente di pensare e lavorare molto anche in termini di progettazione e promozione culturale e turistica”.