Cantiere navale e bacino di carenaggio in abbandono, la Cgil chiede tavolo tecnico alla Prefettura

Un tavolo tecnico alla Prefettura per sollecitare il completamento delle opere e l’immediata riapertura del cantiere. Questa l’iniziativa della Cgil di Trapani per tentare di sbloccare l’impasse nella quale versa, ormai da anni, il Cantiere navale cittadino.

“Un’area divisa tra cumuli di pietre, abbandono e degrado in spregio a quella che dovrebbe tornare a essere una delle più importanti realtà economiche e produttive del territorio”, commenta il segretario provinciale Filippo Cutrona che prosegue: “Una parte nevralgica dell’area demaniale, assegnata dal Ministero dei Trasporti a una società romana, è stata concessa, in affitto per circa un anno, dal presidente dell’autorità di sistema portuale, Pasqualino Monti, a una ditta che sta eseguendo i lavori di riqualificazione del porto di Termini Imerese. Se è vero – dice l’esponente della Cgil di Tpapani – che alla società assegnataria dell’area non è stata preclusa la possibilità di prendere possesso dell’area demaniale, d’altro canto l’aver dato in affitto una porzione dell’area rende oggettivamente impossibile avviare qualsiasi attività”.

Per la Cgil dare temporaneamente in prestito, seppur la concessione sia regolata da un canone, l’area demaniale sta continuando a determinare la paralisi del settore della cantieristica che rappresenta uno dei più importanti volani per lo sviluppo economico e occupazionale del territorio trapanese.

Intanto, mentre l’area demaniale è occupata da grandi massi destinati al porto di Termini Imerese, i capannoni del Cantiere navale di Trapani, ormai depredati di tutto, stanno cadendo a pezzi.

Ancora più scandaloso è – per la Cgil – l’abbandono del bacino di carenaggio, un bene pubblico di proprietà della Regione siciliana per cui sono stati spesi milioni di euro. I lavori infrastrutturali si sono conclusi più di un anno fa ma, ancora, non è stata avviata la ricostruzione dell’impianto elettrico, così il bacino di carenaggio è ormeggiato in uno stato di abbandono che rischia seriamente di comprometterne la funzionalità.

“La chiusura del Cantiere navale di Trapani – conclude il segretario Cutrona – si sta ripercuotendo non solo sull’economia e sull’occupazione ma anche sui traffici marittimi commerciali e crocieristici che sono drasticamente diminuiti. A frapporsi allo sviluppo dell’intero sistema portuale sono anche il rinvio dell’escavazione del fondale e l’allungamento della banchina Garibaldi”.

Ecco perché la Cgil ha chiederà al prefetto Ricciardi l’apertura di un tavolo tecnico tra i diversi soggetti coinvolti per sollecitare il completamento dei lavori e la riapertura del Cantiere navale.

Ornella Fulco

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