Canile di contrada Cuddia affidato alla Trapani Servizi

Ci sono volute due sedute ma, alla fine, il Consiglio comunale di Trapani ha approvato le modifiche allo statuto della Trapani Servizi. L’azienda partecipata del Comune, fino ad ora, si è sempre e solo occupata di rifiuti. Negli anni passati si occupava anche del ritiro dei rifiuti e ora amministra gli impianti e la discarica. Ora, con la nuova modifica, la Trapani Servizi gestirà il canile intercomunale di contrada Cuddia, il rifugio di via Tunisi e potrà effettuare il servizio di accalappiamento (ovviamente prima dovranno essere predisposti i relativi corsi).
“È stato avviato un percorso di riorganizzazione e sistema di valorizzazione – afferma il sindaco Giacomo Tranchida – , mi auguro che questo percorso sia virtuoso e che aiuti a recuperare posizioni rispetto al passato. La Trapani Servizi è un soggetto destinato a svolgere una funzione operativa, di gestione e di valorizzazione sistema di raccolta differenziata”.

Ora si apre una nuova via. “La Trapani Servizi ora si interesserà del canile di contrada Cuddia che in passato forse è stato preso troppo sottogamba sia perché remota dal punto di vista territoriale, sia perché all’appello lanciato dall’Amministrazione la scorsa estate nessuna delle associazioni animaliste invitate ha dato disponibilità concreta alla gestione”.

Insomma, se i privati o le associazioni non si interessano, allora interviene il pubblico con l’ampliamento dello statuto della Trapani Servizi come già successo anche con ATM in passato, pare che la filosofia sia uguale. “Le partecipate non possono essere degli scatoloni dove mettere eventuali disoccupati. Devono evolversi quando il loro scopo viene meno e produrre nuovi servizi anche a favore di altri territori”.

Azienda pubblica sì, ma azienda prima di tutto. Il messaggio di Tranchida sembra chiaro. Le partecipate devono poter “vendere” i loro prodotti. In questo caso, sia ATM che Trapani Servizi non possono che essere definite delle aziende moderne, capaci di portare degli utili al socio (il Comune) e non dei brutti carrozzoni che in passato hanno assorbito fondi pubblici.

In tutto ciò, però, il Consiglio comunale non è riuscito a chiudere la pratica in una sola seduta. Troppe le assenze della maggioranza e quindi la prima è stata interrotta per mancanza del numero legale. Forse una leggerezza della compagine di Tranchida che aveva fatto i conti senza l’oste (la minoranza che è uscita in blocco proprio per cadere il numero legale). Al secondo giro, invece, tutto è andato come aveva previsto l’Amministrazione.