L’inizio della stagione autunnale è il periodo della vendemmia e della raccolta delle olive. Un rito che si ripete di anno in anno e che si lega inevitabilmente all’economia del territorio trapanese. A preoccupare i produttori sono i prezzi dell’uva e dell’olio. Sul tema si registra l’intervento del presidente provinciale della Copagri Trapani, Giuseppe Aleo, che sollecita le Istituzioni a trovare soluzioni adeguate a tutela dei viticoltori e olivicoltori preannunciando lo stato d’agitazione della categoria qualora i prezzi delle produzioni dovessero subire ulteriori ingiustificati ribassi.
Aleo ritiene necessario, a riguardo, “stabilire un prezzo minimo garantito, una misura di salvaguardia, per tutti i prodotti del segmento produttivo agroalimentare e, nel caso in questione, delle uve trapanesi”. Evidenzia che, molte cantine sociali e private, nonché gli industriali, rispetto alla passata vendemmia, hanno prodotto un fatturato superiore del 10 per cento. Quest’anno la Sicilia toccherà valori leggermente sotto la media, con una diminuzione delle produzioni che si attesterà oltre il 20 per cento. Da oltre un quinquennio una riduzione produttiva è costante ma si mantiene un’ottima qualità. La diminuzione di superfici vitate, i costi di gestione in continuo aumento e i cambiamenti climatici, accompagnati dalle avversità atmosferiche, stanno mettendo in crisi profonda i produttori agricoli trapanesi. Aleo sottolinea che i viticoltori si aspettano che le strutture presso cui stanno conferendo il proprio prodotto si attengano ad un orientamento comune, con prezzi minimi garantiti, compresi tra 25 e 60 euro al quintale secondo le qualità.
Il presidente Copagri si rivolge, infine, al Governo nazionale chiedendo di “introdurre un intervento a sostegno dell’impresa agricola, livellando i costi di produzione a quelli europei per essere più competitivi nei mercati internazionali. Alla neo ministra dell’Agricoltura Bellanova – prosegue – chiederemo di valutare l’inserimento del prezzo minimo garantito, coinvolgendo l’intera filiera agroalimentare, compresa quella sindacale per il lavoro di qualità”.
In sintesi, i principali attori del settore agroalimentare dovrebbero firmare un accordo interprofessionale attendendosi a regole rigide sulla tracciabilità e salubrità dei prodotti, impedendo l’entrata di prodotti di indubbia provenienza. “Ovviamente – aggiunge Aleo – il Governo dovrebbe attivare un meccanismo di defiscalizzazione dei contributi previdenziali e fiscali per tutti coloro che firmeranno l’accordo”.
Al Governo regionale, invece, si chiede di “vigilare i confini per evitare la penetrazioni di mosto a basso costo e di indubbia provenienza, evitando il formarsi di cartelli a svantaggio dei produttori agricoli. Se ci fosse stata la volontà di creare una Consulta regionale composta dalla filiera, dalle Università o una concertazione della filiera vitivinicola, forse, oggi – prosegue Aleo – ci troveremmo davanti una situazione economica migliore, ovviamente con un accordo di programma che avrebbe sicuramente soddisfatto tutti gli attori della filiera”.
“Crediamo – conclude il presidente di Copagri – che vi sono le condizioni per determinare un cambiamento reale del comparto non solo vitivinicolo, da allargare al settore olivicolo e zootecnico, proprio per evitare che la rabbia di tutta la filiera agricola possa riversarsi nelle piazze, con il rischio di una contestazione più pericolosa di quella degli anni passati”.