Due condomini, uno ad Erice e un altro a Valderice, avevano citato in giudizio l’EAS per chiedere l’annullamento di due fatture spropositate. Una risaliva ai consumi degli anni 2010-2011, per un importo di 2.600 euro, l’altra ai consumi 2013 per 2.900 euro, sebbene entrambe fossero state inviate a distanza di quasi cinque anni.
L’avvocato Vincenzo Maltese, che ha difeso le ragioni di entrambi i condomini, aveva posto l’attenzione del giudice sul fatto che EAS avesse ancorato i consumi per l’anno 2010 a quelli del 2011 con il tentativo (vano) di salvarli dalla prescrizione quinquennale, inviando pertanto nel 2015, un unica fattura per i consumi 2010-2011.
“Il resto delle misurazioni – spiega il legale – apparivano invece del tutto presuntive e forfettarie, frutto di medie rispetto alle pochissime letture dei contatori effettuate negli anni in questione”.
Prima del blocco delle udienze il Giudice di Pace Vincenzo Vitale aveva posto in decisione le due cause e, nei giorni scorsi, accogliendo le argomentazioni difensive, sono arrivate le due sentenze.
“Una delle due sentenze ha confermato che EAS non poteva fatturare due anni, ancorando i consumi 2010 (già prescritti al momento della notifica della fattura) a quelli del 2011. Per il resto, si tratta di orientamenti già consolidati che vedono un modus operandi del gestore idrico, quello del calcolo delle eccedenze, spesso del tutto fuori da ogni logica”, sottolinea Maltese che prosegue: “Sono contento perchè, in questo periodo di blocco sociale per le note restrizioni imposte, dove comunque dal governo nazionale non sono state previste moratorie, continuando ad arrivare bollette di luce, acqua e gas, con il pagamento persino per qualcuno delle rate di finanziamenti e affitti, senza introiti da redditi di lavoro, queste famiglie almeno non saranno chiamate ad esborsare anche queste somme”.