Blitz antimafia dei Carabinieri: tra gli indagati il sindaco di Castellammare e un ex consigliere comunale di Trapani [VIDEO]

Associazione di tipo mafioso, estorsione, furto, favoreggiamento, violazione della sorveglianza speciale e altro, tutti aggravati dal metodo mafioso, questi i reati contestati a 14 persone arrestate stamattina dai Carabinieri del Comando provinciale di Trapani che hanno anche denunciato a piede libero altre 11 persone ed seguito decine di perquisizioni nell’ambito dell’operazione “Cutrara”, scattata stamattina a Castellammare del Golfo e coordinata dalla Dda di Palermo.

Le indagini, condotte dal procuratore capo Francesco Lo Voi insieme all’aggiunto Paolo Guido e ai sostituti Gianluca De Leo e Francesca Dessì, hanno permesso di disarticolare la “famiglia” mafiosa di Castellamare del Golfo che, nonostante i dissidi interni, vede saldamente al vertice il 64enne Francesco Domingo, soprannominato “Tempesta”, già condannato a 19 anni per mafia e tornato libero nel marzo 2015.

La famiglia mafiosa di Castellamare del Golfo, aggregata a quella di Alcamo dopo la prima guerra di mafia che vide la supremazia dei Corleonesi, era stata ricostituita nel 1993 e la reggenza fu affidata a Gioacchino Calabrò poi ereditata da Francesco “Tempesta” Domingo dal 1997 fino al 2004 quando, pur arrestato e condannato a 19 anni di reclusione, continuò ad esercitare, per alcuni anni, il suo potere anche dall’interno del carcere.

La stessa sentenza con la quale, all’epoca, fu condannato aveva accertato il suo ruolo di tramite fra Cosa nostra e un’organizzazione criminale della Sardegna, dato che Giovanni Brusca e Matteo Messina Denaro avevano programmato ritorsioni contro agenti penitenziari che, a loro avviso, sarebbero stat responsabili di gravi maltrattamenti contro i detenuti al regime del 41 bis.
A Domingo era stata affidata l’organizzazione di un incontro (poi effettivamente avvenuto, così come ricostruito nella sentenza) fra Gaspare Spatuzza e Matteo Messina Denaro, all’epoca entrambi latitanti, in cui erano state prese le decisioni sulla custodia delle armi a disposizione dei clan mafiosi del Trapanese.

Le indagini dei Carabinieri hanno dimostrato che, anche dopo aver scontato la lunga pena detentiva, Francesco Domingo, fin dalla sua scarcerazione aveva immediatamente riassunto il ruolo di capo della “famiglia” mafiosa di Castellammare del Golfo e che disponeva di una nutrita schiera di accoliti.

La carica rivestita da “Tempesta” era riconosciuta unanimemente anche dalle articolazioni di Cosa nostra: a Francesco, Virga, al vertice del mandamento mafioso di Trapani e arrestato nell’operazione “Scrigno” del 2019 – oggi raggiunto da una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa ed estorsione – era stato dato incarico di costringere, insieme al marsalese Diego Angileri (arrestato oggi), un imprenditore agricolo castellammarese a cedere un vasto appezzamento di terreno nelle contrade di Marsala.

Il ruolo di Francesco Domingo, come autorità di vertice tra le articolazioni mafiose trapanesi, era riconosciuto anche negli Stati Uniti d’America: numerose sono state, infatti, le visite, intercettate dalle microspie e telecamere dei Carabinieri, di esponenti mafiosi della famiglia italo-americana Bonanno di New York che aggiornavano il capo mafia castellammarese sulle dinamiche e gli equilibri di Cosa nostra oltre oceano. I mafiosi americani chiedevano anche a “Tempesta” l’autorizzazione per interloquire con altri esponenti del mandamento di Alcamo, peroravano le cause di conoscenti in patria e veicolavano messaggi tra Domingo e altri mafiosi in America.
Proprio con riferimento ai rapporti con Cosa nostra statunitense, Domingo aveva incontrato, nell’estate 2018, anche il boss di Sciacca Accursio Dimino, arrestato nel novembre dello scorso anno, e successivamente i suoi emissari.

La famiglia mafiosa di Castellamare del Golfo è risultata molto attiva nel territorio di competenza avendo acquisito – nella ricostruzione degli investigatori – la gestione diretta e indiretta e il controllo delle attività economiche, realizzando atti intimidatori e, per quanto riguarda gli affiliati, tra gli arrestati di oggi, Camillo Domingo, Salvatore Mercadante, Sebastiano Stabile e Carlo Valenti, commettendo i cosìdetti “delitti-scopo” dell’associazione. Ne sono un esempio le numerose estorsioni nei confronti, soprattutto, di imprenditori agricoli ed edili che erano costretti a versare somme di denaro destinate al soddisfacimento delle esigenze dell’organizzazione mafiosa.
Francesco “Tempesta” Domingo era, come nelle migliori tradizioni mafiose, il referente degli affiliati per la risoluzione delle controversie interne alla stessa “famiglia”: il capomafia interveniva nel corso di una tentata estorsione perpetrata dall’arrestato Gaspare Maurizio Mulè, affiliato vicino alla fazione a lui opposta, nei confronti di un imprenditore di Castellammare del Golfo dal quale pretendeva la somma di 3.000 euro come risarcimento per un licenziamento.
A Domingo ci si rivolgeva anche per il recupero di mezzi agricoli rubati ai danni di imprenditori agricoli della zona o per l’affidamento di lavori privati ad imprese vicine al clan che, così, potevano foraggiare la cassa comune e provvedeva al sostentamento degli affiliati detenuti.

Nell’ambito dell’operazione sono state inoltre denunciate per vari reati, tutti aggravati dall’aver agevolato Cosa Nostra, altre 11 persone.

Su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia i Carabinieri hanno perquisito anche l’abitazione e l’ufficio del sindaco di Castellammare del Golfo, Nicolò Rizzo, raggiunto da un’informazione di garanzia e invitato a rispondere davanti ai magistrati, l’ipotesi sarebbe quella di concorso esterno in associazione mafiosa.
Sono indagati anche l’ex consigliere comunale e vice presidente del Consiglio comunale di Castellamare del Golfo Francesco Foderà, che aveva chiesto a Francesco Domingo di attivarsi per il recupero di un mezzo agricolo che gli era stato rubato, e l’avvocato, ex consigliere comunale di Trapani, Francesco Di Bono, che avrebbe partecipato – secondo gli investigatori – con Domingo e Francesco Virga all’estorsione ai danni di un imprenditore agricolo.

Questi i nomi degli arrestati: Francesco Domingo, 64 anni, di Castellamare del Golfo; Diego Angileri, 83 anni, di Marsala (ai domiciliari); Felice Buccellato,  79 anni, di Castellamare del Golfo (domiciliari); Rosario Antonino Di Stefano, 51 anni, di Castellammare del Golfo; Camillo Domingo, 63 anni, di Castellamare del Golfo; Daniele la Sala, 40 anni, di Castellamare del Golfo; Salvatore Mercadante, 35 anni, di Castellamare del Golfo; Maurizio Gaspare Mulè, 54 anni, di Castellamare del Golfo; Antonino Sabella, 63 anni, di Castellamare del Golfo; Sebastiano Stabile, 73 anni, di Castellamare del Golfo (domiciliari); Francesco Sabile, 61 anni, di Castellamare del Golfo; Carlo, Valenti, 42 anni, di Castellamare del Golfo; Francesco Virga, 50 anni, di Trapani. Il provvedimento era diretto anche nei confronti di Benedetto Sottile che, però, è deceduto nel 2018.

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Ornella Fulco

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