Non sono andate giù a Rosalia d’Alì, presidente del Distretto Turistico Sicilia Occidentale, le dichiarazioni del comitato #SeVoloVoto.
«In relazione alle errate e fuorvianti notizie che sono circolate nelle ultime ore nei social network e nei cellulari di molti, riguardanti la presunta mancata predisposizione da parte del Distretto di un piano di promozione turistica da realizzasi con fondi regionali, al fine di evitare che finiscano per generare un ingiusto malcontento non solo tra i membri del Distretto ma anche tra i cittadini, occorre precisare quanto segue.
Il Distretto è l’unico soggetto che sta lavorando, con attenzione ed impegno, e con personale altamente qualificato, ad un concreto progetto di promozione del territorio, riuscendo tra mille difficoltà ad individuare e mettere insieme le risorse economiche dei Comuni, con un’intensa e complessa attività di sistema. Un lavoro che, pur considerata l’urgenza, non può e non deve essere fatto con leggerezza, sia per rispetto delle procedure di evidenza pubblica, sia perché l’approssimazione non può che generare errori che non possiamo permetterci».
Rosalia d’Alì insiste spiegando cosa non ha funzionato.
«Tuttavia, mi è giunta notizia di continui attacchi maldestri, sterili e dettati da un’acredine chiara ed evidente, da parte di alcuni componenti del comitato #Sevolovoto, comitato del quale abbiamo sempre avuto rispetto e col quale si è instaurato un dialogo improntato sul sano confronto e sull’armonia, al fine di individuare insieme soluzioni comuni. Questi componenti del comitato, infatti, hanno colto al volo una risposta politica del presidente della Regione, senza considerare che proprio all’indomani della proposta di Musumeci, io, in qualità di presidente di questo Distretto, ho contattato immediatamente i dirigenti dall’Assessorato al Turismo per avviare la fase operativa della promozione, utilizzando gli spazi pubblicitari acquistati dalla Regione e promessi, a parole, dal Presidente, così da promuovere la Sicilia Occidentale. Ebbene, in quell’occasione i dirigenti mi hanno riferito che il progetto di promozione era già terminato, che al momento non c’era alcun canale possibile tramite il quale promuovere Trapani e che, a breve, sarebbe stato avviato una nuova fase di progettazione. Proprio per questo, sono in corso ripetuti contatti e incontri con i dirigenti del Dipartimento turismo per dare un contributo a quella che sarà la nuova progettazione che questa volta coinvolgerà senza dubbio, anche per indicazioni espresse dal presidente Musumeci, il territorio della provincia di Trapani. Questa è la realtà, il resto è inutile polemica».
Insomma, secondo il presidente del Distretto Turistico, tutto il problema nasce dalla Regione stessa.
«Mi meraviglio, inoltre, del fatto che il presidente della Regione Musumeci imputi al Distretto presunte responsabilità dovute all’assenza di progettualità. Probabilmente, quando ha interloquito coi rappresentanti del comitato, lo stesso presidente (forse) non era informato sulla tempistica dell’iniziativa del suo Assessorato e ha ritenuto corretto scaricare su altri la responsabilità.
In buona sostanza, sarebbe bastata una chiamata, da parte di un componente del comitato, ad un rappresentante del Distretto per approfondire l’argomento, prima di sparare a zero ed abbandonarsi ad esternazioni errate ed infondate, dando credito a chi sta dimostrando di non essere in grado di individuare una soluzione al reale problema di Birgi. Una colossale cantonata, con tanto di passerelle (da capire se dettate da un fine preciso), che si sarebbe potuta evitare. Bastava solo volerlo».
Poca comunicazione, compartimenti stagni o il più classico “la mano destra non sa cosa fa la mano sinistra”. Un patatrac ma Rosalia d’Alì prova a chiedere unità a tutti gli attori che orbitano sulla questione.
«Sono fermamente convinta che adesso più che mai, considerato pure questo spiacevole episodio, serve unione e collaborazione. Tutti i soggetti istituzionali, gli operatori turistici e i comitati spontanei dovrebbero essere (non solo mostrarsi) uniti e fare fronte comune e compatto. Invito tutti a ragionare, pertanto, e a non cadere nel tranello di chi spera di poterci mettere uno contro l’altro. Mostriamoci intelligenti. Lavoriamo insieme. Discutiamo, litighiamo se necessario, pur di individuare le giuste soluzioni. E difendiamo il nostro territorio da quella che appare come una strategia mirata, basata sul “divide et impera”, provocando lacerazioni e alimentando discordie e fratture, portata avanti da chi questo territorio non lo ama affatto, e lo vuole vedere cadere nell’oblio. Noi, dal canto nostro, continueremo a lavorare con le sincere intenzioni che abbiamo sempre dimostrato, mantenendo i toni decisi, ma pacati, che ci appartengono, rifiutando i sotterfugi politici e le strumentalizzazioni finalizzate ad ottenere misere ricompense. Noi continueremo a lavorare seriamente, senza alcun timore nei confronti di chi tenta di tirarci per la giacca con modi che non accettiamo. I frutti del nostro lavoro li raccoglieremo insieme».