Un esposto alle Procure di Palermo e Catania per valutare eventuali responsabilità dello Stato, dell’Unione Europea, della Regione Siciliana, delle autorità competenti e di tutti i possibili responsabili della mancata calmierazione dei prezzi dei biglietti aerei da e per la Sicilia.
Questa l’iniziativa annunciata dal Codacons dopo la soppressione dei voli da parte della compagnia Vueling e il lievitare dei prezzi da parte delle uniche due compagnie rimaste, Alitalia e Ryanair. Secondo il Codacons, che ipotizza i reati di “sequestro di persona, estorsione e di altra fattispecie”, il caro biglietti “viola il diritto costituzionale dei Siciliani alla libertà di movimento”.
Nell’esposto l’associazione di consumatori parla di “tariffe scandalose che superano 500 euro a tratta” e sottolinea che “il trasporto aereo è l’unico mezzo di collegamento di cui può servirsi un siciliano in assenza di tutte le altre infrastrutture, a iniziare dall’alta velocità ferroviaria”.
Sulla questione si registra anche la presa di posizione di Anci Sicilia: l’associazione del Comuni, per bocca del suo presidente Leoluca Orlando, si appella al governo centrale per un confronto sulle tariffe degli biglietti aerei da e per l’Isola. “Negli ultimi anni, a fronte di un aumento delle tratte internazionali da e verso gli aeroporti della Sicilia, si è assistito a una progressiva diminuzione dell’offerta di trasporto aereo in collegamento con le principali destinazioni nazionali, in particolare Roma e Milano Malpensa. Ciò si è accompagnato a una politica tariffaria, soprattutto da parte della compagnia di bandiera, che certamente non favorisce i collegamenti, siano essi per i residenti nell’Isola, per i turisti o per chi si sposta per lavoro”, si legge nella lettera inviata al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, alla ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, al viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Giancarlo Cancelleri, al presidente della Regione Nello Musumeci, e all’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità, Marco Falcone.
Secondo il deputato regionale dei Cinque Stelle Antonino De Luca, invece, “la Regione dovrebbe partecipare, con almeno un proprio rappresentante, nella formazione delle tariffe e nella regolamentazione dei trasporti, ma la norma prevista nell’articolo 22 dello Statuto siciliano non è mai stata applicata”. “All’interno dell’Enac, che già non dovrebbe avere competenze sulla Sicilia – prosegue il parlamentare regionale – non c’è neanche un rappresentante che tuteli e faccia sentire la voce delle nostra Regione. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, con numeri, dati e tariffe da vergogna. a norma richiamata, tra l’altro, si concilia perfettamente con il Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, che riconosce i diritti dell’insularità, e con la conseguente risoluzione del Parlamento europeo che, però, non ha avuto sinora alcun seguito. Basta con gli slogan – aggiunge De Luca – diamo risposte concrete ai Siciliani applicando l’articolo 22 dello Statuto e modificando l’articolo 119 della Costituzione. Solo così si potrebbe raggiungere Il risultato, che non riguarda solo eventuali regimi di vantaggio per compensare il grave e permanente svantaggio dell’insularità ma anche il superamento dei limiti rigorosi imposti dall’Ue, soprattutto nel regime degli aiuti di Stato, che ha finora inciso pesantemente anche nella individuazione di un modello di continuità territoriale adeguato alle esigenze degli abitanti delle isole”, conclude il deputato M5S.
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