Bastione dell’Impossibile: il Comune chiede al Demanio la concessione gratuita

L’idea dell’Amministrazione è quella di creare un Atelier dell’Arte e della Cultura con un centro ricreativo e culturale gestito in house o tramite le partecipate

Da troppo anni il Bastione dell’Impossibile è abbandonato a se stesso. La storica struttura che nasce nel porto di Trapani è di proprietà dell’Agenzia del Demanio ma ora, il Comune ha richiesto la concessione gratuita della struttura.

L’idea dell’Amministrazione è quella di creare un Atelier dell’Arte e della Cultura con un centro ricreativo e culturale gestito in house o tramite le partecipate.

La richiesta di concessione gratutita è stata firmata dal sindaco Giacomo Tranchida inviando una specifica nota alla Direzione Regionale Sicilia dell’Agenzia del Demanio, comunicando anche la disponibilità del Luglio Musicale, Biblioteca Fardelliana e Trapani Servizi nella qualità di enti partecipati del Comune. Enti che contribuiranno, in house, all’attuazione di attività artistiche e culturali oggetto del dossier di candidatura tra le 10 finaliste a Capitale Italiana della Cultura 2022 nonché, in parte per i necessari lavori di manutenzione.

La manutenzione straordinaria ai servizi ed immobili invece viene preventivata in € 203.458,00 circa, a valere sul bilancio comunale 2021.

“Se tutto andrà in porto come auspichiamo – dichiara il sindaco Giacomo Tranchida – la città, dopo tanti anni di abbandono, ritornerà ad usufruire di una location di notevole spessore storico-culturale permettendo ai trapanesi, tra l’altro, di affacciarsi dalla balconata del Bastione per ammirare il magnifico panorama verso la zona portuale e le Isole Egadi. Andiamo avanti verso la rinascita di Trapani. E questo è un altro obiettivo da raggiungere”.

Il Bastione fu costruito durante l’occupazione spagnola. Fu definito “Impossibile” ma gli storici sono incerti se attribuire tale impossibilità alla sua imponenza che avrebbe arrestato le incursioni dei pirati o alla difficoltà incontrata durante la sua costruzione considerato che l’area, assai prossima al mare, era acquitrinosa, come racconta una leggenda popolare trapanese.