“Azzerare le tasse per tornare a volare”, lo chiede Ryanair ai piccoli aeroporti (tra cui Trapani) [AUDIO]

La “fase 2” della crisi sanitaria provocata dal Covid-19 rischia di essere un disastro per i piccoli aeroporti italiani che sono già costretti a pagare centinaia di milioni di euro di incentivi alle compagnie low cost per farle atterrare sulle proprie piste.
Con una lettera recapitata il 21 aprile a tutti i piccoli scali italiani – una dozzina in tutto, tra cui Trapani e Comiso in Sicilia – Ryanair chiede che, a causa del distanziamento sanitario a cui sarà obbligata dopo la ripresa dei voli e che ridurrà di un terzo i posti venduti – siano annullate le proprie tasse d’atterraggio e pretende di trattenere per sé le tasse d’imbarco pagate dai passeggeri. Tutti questi costi dovrebbero essere sostenuti dai gestori aeroportuali nel periodo maggio-ottobre di quest’anno.

Sull’argomento abbiamo sentito il presidente di Airgest Salvatore Ombra. Per ascoltare l’intervista del nostro direttore Nicola Conforti schiaccia PLAY

Dal mese di novembre al marzo 2021, poi, la compagnia aerea irlandese chiede di non pagare la tassa d’atterraggio e di trattenere metà della tassa d’imbarco, mentre da aprile a ottobre 2021, si legge ancora nella lettera, la compagnia si “limiterà” a trattenere il 50 per cento della tassa d’imbarco ma eventuali nuove rotte immesse sullo scalo dovranno essere esenti da qualsiasi pagamento di tasse che saranno quindi a carico dell’aeroporto.

Secondo il direttore per lo sviluppo delle rotte di Ryanair, Neil O’ Connor, si tratta di «misure di stimolo ragionevoli» che «daranno agli aeroporti un vantaggio competitivo per riprendere il servizio di Ryanair alla prima opportunità possibile». «Gli aeroporti che offriranno condizioni migliorative rispetto a queste misure basilari – conclude il manager – avranno un deciso vantaggio» sugli altri. O’ Connor cita le previsioni più pessimistiche secondo cui saranno necessari tre anni per tornare ai livelli di traffico registrati nel 2019 ma lo scenario viene contraddetto da Eurocontrol secondo cui, già a febbraio 2021, il traffico aereo si riavvicinerà ai valori del 2019.

Sul punto è intervenuto anche il presidente dell’Osservatorio Nazionale su Liberalizzazioni e Trasporti, Dario Balotta, che chiede l’intervento del Ministero dei Trasporti per «riportare Ryanair al rispetto delle regole il settore». «Elusione ed evasione fiscale in molti Stati europei – spiega Balotta – stipendi da fame, orari di lavoro da primi del novecento e ricatti al sistema aeroportuale minore largamente frammentato (il volo in cambio di un contributo a passeggero imbarcato) sono i nuovi tratti distintivi di Ryanair che hanno caratterizzato gli ultimi periodi, ma ora sta esagerando». «Le tasse pagate dai passeggeri – conclude – vanno girate allo Stato senza intermediazione e i diritti di approdo ai gestori».