Avviso di conclusione indagini per la deputata Occhionero e il suo assistente Nicosia

Notificato dalla Procura della Repubblica di Palermo, alla deputata di Italia Viva Giusy Occhionero l’avviso di conclusione indagini con l’accusa di falso. Lo riporta un articolo sul giornale online LiveSicilia.
La parlamentare aveva fatto passare il radicale Antonello Nicosia, poi arrestato per mafia, e che allora conosceva solo telefonicamente, per suo assistente, consentendogli di avere accesso insieme a lei nelle carceri e di avere incontri con i detenuti. Solo in un secondo momento, dopo tre ispezioni in istituti di pena siciliani, i due avevano formalizzato il rapporto di collaborazione.

Lo stesso reato, aggravato dal favoreggiamento mafioso, è contestato a Nicosia che deve risponde anche di associazione mafiosa. L’indagine aveva portato all’arresto, lo scorso novembre, anche del boss di Sciacca Accursio Dimino e di tre presunti favoreggiatori Paolo e Luigi Ciaccio e Massimiliano Mandracchia. Anche a loro è stato notificato l’avviso di chiusura dell’indagine, atto che precede la richiesta di rinvio a a giudizio.

Dall’inchiesta è emerso che, oltre a progettare estorsioni e omicidi, Nicosia, attivista dei Radicali Italiani, sedicente docente universitario, da anni impegnato in battaglie a difesa dei detenuti, entrava e usciva dalle carceri, incontrando anche capimafia al 41 bis, proprio grazie alla collaborazione con Occhionero. L’uomo era presente anche in occasione di visite della deputata alla Casa circondariale di Trapani.
La parlamentare, che in un primo momento era stata ascoltata dai pm come persona informata sui fatti, aveva dichiarato di non aver avuto contezza della doppia personalità di Nicosia, formalmente paladino dei diritti dei carcerati, di fatto uomo d’onore che portava all’esterno i messaggi dei boss. Le sue spiegazioni, però, non hanno convinto i magistrati che hanno accertato che tra Occhionero e Nicosia c’era anche una relazione sentimentale. Convocata per un interrogatorio dopo l’iscrizione nel registro degli indagati, la deputata non si è presentata avvalendosi della facoltà di non rispondere.