Rettifica dell’atto di nascita, questo – in termini giuridici – quanto disposto dal collegio giudicante, composto dalla presidente Daniela Galazzi e dalle giudici Monica Stocco e Anna Loredana Ciulla, del Tribunale di Trapani nella vicenda della coppia di omosessuali trapanesi e dei loro due figli gemelli nati negli USA con la maternità surrogata. Una pratica legalmente riconosciuta e regolata in California ma non, attualmente, dalla legislazione italiana.
Ascolta l’intervista all’interno del nostro #TrapanisìGierre:
Una storia, quella di Leo Palazzolo Colonna e di Francesco Colonna Palazzolo e dei loro bambini, comune a moltissime altre famiglie arcobaleno italiane.
In Italia i bambini che hanno genitori omosessuali sono circa 100mila. La maggior parte di loro è nata da precedenti relazioni eterosessuali ma è in aumento quella parte costituita dai figli di coppie omosessuali che scelgono di avere figli all’interno della loro relazione. Fermo restando che in Italia non esiste un sondaggio esaustivo su quanti siano i gay, quante le coppie omosessuali e di queste quante con figli, nell’ultimo censimento nazionale Istat del 2011 le coppie dello stesso sesso che si sono autodichiarate famiglia sono 7.513, di cui 529 con figli.
E proprio di queste famiglie si è parlato, stamattina, in un incontro svoltosi nella sede della Cgil, e della Festa nazionale, promossa dalla associazione Famiglie Arcobaleno, in programma il prossimo 5 maggio e che sarà celebrata anche a Trapani – città scelta a livello siciliano – in occasione dell’International families equality day.
“La manifestazione – ha spiegato Leo Palazzolo Colonna – è apartitica e vuole essere un modo per condividere una giornata di festa, sport, musica, teatro e giochi con i nostri bambini e bambine delle famiglie arcobaleno e con tutti coloro che vivono le differenze come una ricchezza. In fondo, in questa nostra vicenda, c’è questo di buono, oltre alla provincia favorevole delle giudici, quella di aver trovato in questa città tante persone sensibili alla tutela dei diritti e pronte ad impegnarsi per la loro difesa. Non è stato facile per noi scegliere di esporci, in questi mesi, dal punto di vista mediatico ma adesso ci auguriamo che non accadano più casi come il nostro”.
La festa a Villa Margherita, che si svolgerà dalle 10 alle 17, proporrà anche, a partire dalle 13.30, il pranzo alla Osteria Sociale gestita da Saman, dove sarà anche possibile lasciare, da parte dei presenti, uno o più pranzi in sospeso per persone o famiglie in difficoltà. L’iniziativa è sostenuta – tra gli altri, da Cgil, Arcigay Palermo, associazioni Punto Dritto e Agorà, Rete degli Studenti medi Trapani, Anpi, Agedo Palermo.
Tornando al decreto emesso dal Tribunale di Trapani, la decisione impone all’Ufficio Anagrafe del Comune di rettificare il certificato di nascita, già trascritto con il nome di uno solo dei padri, integrandolo con l’indicazione anche dell’altro genitore – come è già nel certificato rilasciato dalle autorità statunitensi e si basa sulla considerazione che, benché in Italia questa possibilità non sia espressamente prevista dalla cosiddetta legge Cirinnà, non farlo costituirebbe una discriminazione nei confronti dei due bambini che, peraltro, essendo nati in California, sono cittadini statunitensi. Nel decreto si legge, infatti, che “in forza dell’articolo 33 della legge 218/1995, lo status dei minori è regolato dalla loro legge nazionale. Ai sensi dell’articolo 65 della stessa legge – proseguono le giudici – i provvedimenti stranieri relativi alla capacità, all’esistenza dei rapporti di famiglia e di diritti della personalità pronunciati dall’autorità dello Stato nazionale hanno effetto nel nostro ordinamento purché non contrastino con l’ordine pubblico”.
E a proposito del concetto di ordine pubblico, le giudici sottolineano come, secondo alcune pronunce della Cassazione, la richiesta di recepire il certificato recante l’indicazione di due genitori dello stesso sesso – ipotesi al momento non prevista esplicitamente nella legge italiana – vada accolta in base al principio della tutela del supremo interesse del minore, come stabiliscono, con prevalenza rispetto ad altre fonti normative, la Costituzione italiana, i Trattati istitutivi dell’Unione Europea, la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e la Convenzione Europea per i Diritti dell’Uomo. La mancanza di una previsione specifica, nella normativa italiana, della gestazione per altri e delle sue ricadute in termini giuridici non diventa – a giudizio del collegio giudicante trapanese – elemento che possa impedire la trascrizione integrale di certificati di nascita di bambini nati all’estero con la maternità surrogata.
Anche sulla circostanza che i genitori siano dello stesso sesso le giudici citano due sentenze della Corte di Cassazione secondo cui, anche in questo caso, prevale su ogni altra considerazione, o scelta normativa nazionale, il riferimento alla Costituzione e ai principi fondamentali europei e internazionali, sempre nell’ottica della tutela del minore “contro qualunque forma di discriminazione, anche in riferimento alla coppia genitoriale in cui è inserito”.
Ecco perché “non riconoscere ai due bambini lo status di figli anche di Francesco Colonna – si legge nel decreto – determinerebbe una ingiustificata e intollerabile discriminazione rispetto ad altri minori nati da coppie di sesso diverso e mediante tecniche di procreazione consentite nel nostro Paese” e li priverebbe anche dei diritti successori e di mantenimento in capo al secondo padre, oltre che dello status di figli della coppia Palazzolo-Colonna.
Per questo motivo l’ufficiale di Stato Civile del Comune di Trapani dovrà indicare negli atti di nascita dei due bambini, “nella casella dedicata al secondo genitore, Francesco Colonna, conformemente ai rispettivi atti di nascita integrali statunitensi”.
In attesa – come è stato sottolineato anche da Valentina Villabuona di Punto Dritto, che il vuoto normativo nella legge Cirinnà venga colmato. “Quando i giudici arrivano a risolvere le questioni prima del legislatore siamo di fronte alla sconfitta della Politica. E quando questo avviene con una amministrazione comunale democratica – come a Trapani – questo ci dispiace ancora di più”.